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Il mondo che sarà

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Nelle ultime settimane ho letto di ipotesi “eclatanti” formulate su temi importanti dal cancro alle allergie alimentari, articoli su cellule e loro bagaglio di eredità genetica, ricerche impostate su condizioni di esistenza più fantasiose che concrete. Insomma storie pubblicate su riviste scientifiche anche presumibilmente autorevoli. La loro attendibilità (intendo delle ipotesi fantasiose) sarebbe supportata dalla non smentita dei fatti.

Infatti un genetista applaudiva all’ipotesi formulata da un fisico, che si stava occupando della storia delle cellule cancerose, perché era un punto di vista completamente estraneo a quello usuale della genetica e dunque originale e, magari, gravido di nuove informazioni. Insomma esatto finché non si dimostra la sua erroneità nei fatti. [Qualcuno potrebbe pensare alla trasposizione di “innocente finché non si dimostra la sua colpevolezza”].

Bene, allora anche io voglio avanzare la mia ipotesi e voi dovrete crederci finché i fatti ne mostreranno una diversa.

La vita sul pianeta Terra tra venti anni sarà magnifica. Dopo le piogge acide, il buco nell’ozono e lo scioglimento completo dei ghiacci, il pianeta sommerso è tornato in superficie lavato da tutti i parassiti che lo stavano distruggendo. Le cime silenziose delle catene montuose hanno iniziato a crescere velocemente superando in quota ogni record precedente; questo però ha causato la notevole diminuzione di valli e pianure, solo ripidi pendii dal cielo all’abisso.

Le spiagge non sono più passeggiate o distese su cui costruire castelli di sabbia, sono soltanto discese in acqua, meno salata ma più fresca del mare da noi sperimentato.

Gli animali sono per lo più alati ma i più corpulenti appartengono alla specie marina, anfibi i più audaci. La vegetazione è ricca di radici ma capace di spostarsi sul lungo periodo. Si respira aria buona perché il vento ha spazzato via gas e fumi ma, forse, c’è ancora un po’ di radioattività ereditata da centrali nucleari dell’era umana.

I raggi solari sono filtrati da una nuova sostanza prodotta dalla disintegrazione della plastica residua, filtro che da all’ozono il tempo di riprodursi e reintessere la sua tela celeste. L’odore prevalente sarà quello di salsedine almeno nel primo futuro, quello degli inizi, poi lascio ai posteri continuare la storia.

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