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Il buio e la luce di Taranto

Il buio e la luce di Taranto

“…Anche nel disastro la forza di una narrazione può ricondurre al bello.”

Così scrive Giancarlo Liviano D’Arcangelo a proposito del contributo che le fotografie danno al suo “Invisibile è la tua vera patria”.

Certo le fotografie sono parte pregnante del reportage ma limitare questo libro nei confini stretti di una definizione limitarne l’orizzonte spazio-temporale in uno scatto che ferma la luce di un solo momento, a me, non sembra giusto perché questo saggio è un viaggio attraverso molte realtà intessute di ricordi, di ombre, di sensazioni e di speranze.

A parlarne si riduce il potere che ha il testo di trasformare i fatti dolenti in esperienze di vita che vale la pena percorrere e che nascondono un‘anima feconda di emozioni e pensieri entusiasmanti.

Lo scorso giovedì, presso la “Casa del libro-Mandese” (una casa della cultura per contraltare all’invisibilità della patria politica ed economica), l’autore Giancarlo Liviano D’arcangelo insieme al consigliere comunale Gianni Liviano e al nostro direttore Vincenzo Carriero, ha parlato di questo libro per presentarlo ai cittadini della nostra città…

Si sono soffermati sul primo capitolo, quello che riguarda Taranto come tana del mostro Ilva.

La patria invisibile è abitata da fantasmi che sono spiriti deboli, ma il loro corpo non è detto che sia morto. D’altra parte già il sommo Dante aveva messo all’Inferno anime di personaggi ancora “circolanti” sulla terra… L’Ilva non è una struttura dismessa o in procinto di spirare, ma è una struttura che ha avvelenato la vita intorno a lei, ha creato il deserto della monocultura e ora detiene il monopolio dell’economia cittadina, di qui il ricatto occupazionale che impone la scelta: “Morire di cancro o morire di fame”. Davanti ad una tale scelta non siamo già fantasmi morituri?

Il problema, secondo Gianni Liviano, ha diverse letture: da una parte c’è una politica che cura più gli interessi personali che quelli della comunità ma d’altro lato della questione ci sono elettori poco attenti nlla scelta dei propri rappresentanti, c’è una finanza arrogante e spregiudicata nel perseguire i propri profitti ma c’è anche una diffusa amoralità che tutto perdona senza indignarsi e tutto giustifica in nome di una sopravvivenza che evoca il day-after sul pianeta delle scimmie.

“La verità nasce dall’incontro di più realtà, nessuno può averne il monopolio”, questo ha detto Liviano a proposito della discussione politica che si è intrecciata, durante il pomeriggio, con la storia dello stabilimento siderurgico affrontata nel libro e nell’incontro da Carriero.

La città è cambiata ed anche le sue prospettive di benessere e lavoro, la propensione marinara e la coltivazione dei campi sono state avvicinate, risucchiate, digerite ed eliminate dall’industria dell’acciaio.

Il presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, all’inaugurazione ufficiale dello stabilimento siderurgico, disse: “E anche in questa occasione voglio recare agli italiani del Mezzogiorno l’assicurazione che lo Stato ha preso effettivamente e seriamente coscienza della realtà meridionale e si adopera per mutarla”. Invece sembra che sia stata la realtà a mutare la coscienza.

 PUBBLICATO SU COSMOPOLISMEDIA.IT, IL 7/7/213

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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