La Primavera italiana
25 Aprile, la Liberazione dal nazi-fascismo.
Quest’anno ne sento parlare troppo e a sproposito. “Vorrei liberarmi dalle seccature del fidanzamento, vorrei liberarmi della routin, per festeggiare liberiamo i prezzi (recitano alcuni spot pubblicitari)”.
Un tentativo come un altro per banalizzare l’entità dell’evento.
Nel mio mondo visionario, Aprile è un mese di rinascita… la primavera dei desideri e degli entusiasmi.
In questa Italia oberata di debiti, tagli, tasse e crediti insolvibili, c’è poco da gioire, da festeggiare e perfino augurarsi qualcosa di meglio sembra poco credibile. Un incubo, siamo segnati in volto dalla tristezza e dalla paura.
Ma abbiamo bisogno di prenderci una pausa di riflessione dal nostro presente.
Immaginate cosa sarebbe di noi se fossimo restati nella pentola tedesca a bollire nel nastro sangue e come poi ci avrebbero trattato gli alleati? Non vi viene mai un brivido guardando l’Afghanistan?
Piegati a lustrar scarpe al padroncino di turno che ci stupra anche l’anima perché lui ci ha liberato e portato la sua democrazia neo-imperialista.
Chissà se sarei nata io o un’altra con un cognome diverso.
Teniamocela cara questa festa, perché è nostra, l’abbiamo guadagnata venendo al mondo.