Ricordo una musica
Non è un banale gingle da sottofondo pubblicitario. L’anima non si compra. Però, si potrebbe tentare di venderla.
Negli ultimi 15 anni, ho sentito spesso ripetere gli stessi nomi, gli stessi fatti appena aggiornati nei dettagli alla moda… perfino la musica sembra essere la stessa, soliti accordi, soliti ritmi e solito accento da bambola rauca o bambolotto con le sopracciglia sfoltite.
Mi è capitato di riprendere in mano un disco dei primissimi anni novanta dei Litfiba. Terribile, la situazione era denunciata già lì: proibito pensare, fai la tua rivoluzione imparando quanto più è possibile, rispetto per ragazzi disoccupati…
Lo ascoltavo al liceo ma non immaginavo che lo avrei vissuto così.
Quella musica però scuote il sangue. Dice resisti e provoca reazione.
La musica di oggi no.
Saranno i tempi soffocanti anche per gli artisti che sono più sensibili per costituzione, o forse non c’è davvero più speranza alcuna da cantare.
1 Comment on "Ricordo una musica"
… infatti dovevano ritornare i Litfiba con “Barcollo” per una nuova denuncia alla situazione attuale… una bellissima frase fra le tante del testo… “ieri mi chiamavi terrone, oggi sono lo schiavo in evoluzione”…