Su una rivista, ho letto una bella storia firmata da Irene Graziosi; protagonista Afrodite da Babilonia all’affresco di Botticelli. La dea dell’amore, talmente dea da non reagire agli attacchi altrui, alle offese, agli affronti.

Non si tratta d’indifferenza o eccessiva sicurezza d sé stessa ma di amore. Chi l’attacca desidera la sua attenzione e il suo rispetto.

Afrodite è la dea dell’amore e di fronte a tanta devozione lascia che l’amore esca allo scoperto e vinca la contesa.

Gli uomini del terzo millennio hanno relegato gli dei pagani al mito per dimenticarne gl’insegnamenti.

Li abbiamo dimenticati proprio bene!    

La Concattedrale Gran Madre di Dio a Taranto è inaccessibile.

Lo sapeva anche Gio Ponti quando l’ha costruita. È stata inaugurata nel 1970 senza ascensore (presente nei progetti del famoso architetto). Problemi economici è stato detto. Nella mostra tenutasi per il cinquantesimo anniversario dell’edificio consacrato, sono stati esposti gli studi di laurea di 5 architetti del Politecnico di Bari volti a superare l’ostacolo delle barriere architettoniche che impediscono l’accesso alla Chiesa principale e, anche, all’Auditorium con accesso laterale alla struttura.

Il montascale era stato effettivamente posto all’entrata laterale ma, rottosi negli ultimi anni non è stato riparato né sostituito lasciando i venti gradini a difesa dagli impenitenti che non li salgono.         

Quando sei in una situazione sbagliata non hai la lucidità necessaria per valutarla e risolverla.

Per questo, credo sia necessario nella vita, identificare i “principi” a cui fare riferimento nei momenti malati. Le stelle fisse per orientare la nostra navigazione mentre intorno a noi tutto è tenebra.   

Il prossimo22 marzo, Roberta Criscio presenterà il suo romanzo d’esordio,Puzzle, presso la biblioteca “Acclavio” a Taranto. Chi è Roberta Criscio? Una splendida persona, la incontrai quando studente di Comunicazione scriveva racconti sognando il suo primo romanzo. Ora recensisce libri e lavora in libreria. Con lei ci saranno altre donne conosciute tramite i libri, ovvero: Alessia Amato e Deborah Artuso, Gabriele Battista, un incontro che preannuncia fiori nei cannoni della sincerità. I lavori saranno coordinati da Lino De Guido per l’associazione “Le belle città”.

Stimolata dal libro e dall’evento, ho chiesto all’autrice:

La prossima presentazione sarà il 22 marzo… marzo è il mese della donna e tutte donne sono i tuoi personaggi. Perché?

L’idea di scrivere racconti sulle donne è stata inizialmente casuale ed è diventata una scelta consapevole solo a stesura inoltrata. Avevo già scritto i primi tre racconti, inanellando tra loro storie e personaggi, e mi è saltato agli occhi questo aspetto: ogni racconto era scritto in prima persona da un personaggio femminile. Da lì la scelta di proseguire su questa strada. Ho scoperto che mi piaceva tantissimo raccontare gli episodi interamente dal punto di vista delle donne, trattare tematiche che in qualche modo riguardassero l’universo femminile. Questa presentazione, fatta proprio a marzo, non poteva capitare in un mese migliore.

Domenica 3 marzo, lo “Swap Party” arriva a Taranto, presso la Cooperativa Robert Owen (strada per S. Giorgio), inizio ore 10,30.

L’evento, nato a New York con la depressione economica del 2008. si è diffuso anche sul territorio italiano dove forme di baratto erano in voga già dagli anni ‘70.

L’associazione Dis-Education propone (anche questa volta come per il “Disability Pride”) un’iniziativa inedita per il territorio di Taranto, dove sarà possibile scambiare abbigliamento e scarpe, tutti rigorosamente poco usati. Ogni partecipante porterà 5 “pezzi” da scambiare e riceverà 5 gettoni e una Shopping bag dell’associazione. I gettoni faciliteranno gli scambi presso gli stand allestiti trasformando le contrattazioni in sorrisi disinteressati.

Ieri sera, ho assistito al terzo appuntamento di “Talk & Music”, organizzato dall’associazione tarantina Mister Sorriso. Ho già partecipato ad altri eventi promossi dai “volontari della gioia”, tutte le volte sono stata coinvolta dagli miei amici dell’associazione Dis-Education, questo ha dato una nota ancor più positiva agli incontri.

La protagonista del talk è stata Silvia Calcavecchia con lo slogan “Vivo quindi Posso”. Detto così sembra il solito ritornello New-age della persona che ha superato la propria disabilità e fa sentire disabili tutti gli altri che non sono riusciti a smarcarsi come lei. No, il sorriso emozionato di Silvia ha subito rotto l’illusione creata dal riflesso degli specchi che truccano la realtà. I limiti ci sono, li abbiamo tutti, sono quelli che ci individuano e differenziano dalle bambole di plastica, segnano le coordinate del viaggio che dobbiamo intraprendere, malgrado l’acqua sia agitata e gli scogli affiorino minacciosi.

Febbraio 2024, ho visto a teatro, Così è (se vi pare) scritta da Luigi Pirandello e rappresentata nel 1917, modificata dallo stesso autore nel 1925. Gli abiti e le pettinature in scena, svelano l’età dell’opera perché si richiamano fedelmente alla moda degli anni ‘20; la riflessione sulla verità e il suo apparire reale frantuma il tempo in eterno presente, ma l’accanimento dei personaggi con l’affermare la propria opinione costringendo la signora Frola a chiedere di lasciare stare, di smetterla con le insinuazioni e l’accanimento contro suo genero… lì il tempo si spalanca sui nostri Social.   

Fra 3 anni dove sarai, e cosa o come vivrai? Tre anni, non un futuro lontano e ideale. Me lo chiedo solo quando non so rispondere; nel mezzo del terremoto, mai prima. Prima ho paura della risposta. Una risposta scontata mi da i brividi.

La mia vita se cambia, lo fa velocemente, bruscamente, improvvisamente, insomma … mente.   

Nel film “Indiana Jones e l’ultima crociata”, Harrison Ford supera tre prove mortali; l’ultima delle quali consiste nel passare sull’abisso attraversando un ponte che non si vede. Vidi il film all’inizio del terzo anno di liceo, da allora mi chiedo se avrei avuto il coraggio di camminare sull’abisso per trovare il Graal.   

2001 Odissea nello spazio è un film da vedere. Piaccia o non interessi la fantascienza, quel film di Kubrik è una pietra miliare. Un film, un capolavoro dalle innumerevoli sfaccettature ma un film. Mi sono sempre ripetuta che la scena dove la scimmia alza in aria l’osso di un femore umano fosse una scena cult da archiviare nel passato del cinema e nel passato remoto dell’inconscio umano…