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La buona scuola

La buona scuola

scuola La riforma della scuola che vuole i presidi al comando del battaglione “Docenti”, ha richiamato alla mia memoria una situazione vissuta durante il liceo:
La mia professoressa d’italiano e latino non era laureata in lettere, il mio preside l’aveva assunta nell’immediato dopo-guerra quando scarseggiavano professori di lettere.
Lei era disonesta. Metteva voti bassi agli alunni e li indirizzava a dopo-scuola presso docenti compiacenti con cui spartiva il guadagno.

Successe a noi ma era già successo nelle classi precedenti. Quando andammo dal preside a lamentarci, non solo la difese ma dette a noi del “facinorosi”… poi lo diventammo davvero perché la rabbia provocata dalle ingiustizie prima o poi esce incontrollata.
Dunque, il ritorno a “la buona scuola” è per creare nuovi facinorosi?

8 Comments on "La buona scuola"

    Cara Lucia, sarei anche io preoccupato se il “preside” diventasse il “padre padrone” della sua scuola. Su questo punto, in verità, il “ducetto”, si è reso conto di questo ed intende discuterne, per bilanciare questo potere. In verità sono preoccupato anche della situazione attuale. Non entro nel merito ma ti faccio un solo un esempio: Un’alunna, che conosco non bene ma benissimo, frequenta il liceo linguistico e si ritrova alla maturità con una docente che “non conosce la lingua che insegna”. Mi dirai: “Dicono così perché le ragazze non vogliono studiare”. No! La ragazza va benissimo ma per merito di una loro compagna “madrelingua”. Un altro esempio: Un ragazzo che frequenta il liceo scientifico si ritrova con un professore che non sa la matematica (al livello di quel tipo di scuola).. non vado oltre.
    Conclusione: Quel tipo di professore non solo non vuole “il preside padrone” che, giustamente, potrebbe essere incompetente a giudicarli ma non vuole NESSUN CONTROLLO perpetuando, il danno nei confronti dei nostri figli e nipoti. I nostri ragazzi, in Europa sono i più incompetenti in lingua straniera e tra i più incompetenti nelle materie scientifiche. A salvaguardia del “tuo settore”, risulta invece che vi sono ottimi docenti in materie umanistiche. Quindi tentare di trovare un modo obiettivo e CONCORDATO di valutazione, ma stai pur certa che “quei professori” non l’accetteranno mai. Insomma,NESSUNO A CASA ma si trovi il modo affinché ogni docente sia il più “adatto” a quel determinato tipo di scuola. Ciao Lucia e .. fatti vedere.

    Ciao Leonardo, non credo che accentrare il potere nelle mani del preside sia garanzia di meritocrazia. a presto!

    Avrei davvero tanto da scrivere, ma per il momento mi limito (guarda un po’, devo correggere by night dei compiti in classe): la buona scuola la fanno e l’hanno sempre fatta silenziosamente i proff. che nonostante tutto amano il loro lavoro e i loro alunni e che danno tutto sé stessi in classe. Sicuramente, invece, i presidi premieranno i colleghi di chi lavora sul serio, quelli che si mettono in mostra, quelli che sgomitano per accaparrarsi un progetto ovvero delle attività extra e che non fanno con amore né queste né soprattutto le “normali” ore in classe. La meritocrazia in un paese corrotto non è applicabile. Ma i ragazzi, alla lunga, ti premiano con il loro rispetto ed affetto. E non è poco! ciao

    Miei cari amici, innanzitutto a me (sono un professore, laureato in matematica, ora in pensione)non è mai piaciuta la denominazione “buona” (termine di scarso significato in questo caso ma di grosso effetto demagogico)ma la scuola, quella vera, non necessita di aggettivi vari.
    Per quanto riguarda i Presidi (molto ben stipendiati ma spesso incompetenti di cosa hanno di fronte e sempre concentrati e attenti a ricavare guadagni da ogni iniziativa che si organizza, altrimenti non concede il benestare, ecc.) si concede loro la possibilità di trasferire, licenziare e assumere personale docente (tra le altre cose). Ma se il Preside in questione ha figli che vogliono insegnare, secondo voi che fa? (una discussione del genere la feci con un preside nel lontano 1979); la legge dice che non può farlo con elementi a cui è legato da grado di parentela, ma in tal caso la soluzione è immediata: lui assume i figli di altri presidi e gli altri presidi assumono i suoi figli. Conclusione, i Presidi avranno una loggia massonica tutta loro.
    Peraltro ciò che ha scritto Lucia è vero (professori che traggono lucro da poco onesta attività privata….), è vero che ci sono parecchi insegnanti poco o per nulla preparati o pochissimo impegnati nell’attività per cui sono pagati; ma sono proprio costoro che sono sempre più vicini e simpatici al preside e non rischiano.
    Pongo fine al discorso ma le cose da dire sono sono tantissime (assurdo che gli insegnanti siano sottoposti al giudizio di qualche alunno e qualche genitore – è come se l’imputato condannato alla fine dovesse esprimere un decisivo giudizio sul giudice che lo ha condannato) e concludo affermando che è meglio una “scuola pubblica seria” di una “buona scuola”.

    Anch’io non desidero il super potere del dirigente , ma una scuola democratica e condivisa . Fin dall’ inizio ho dato risalto al lavoro di team dei docenti , al confronto sugli alunni , al nostro percorso trasversale e quindi alla costruzione di attività relative a questo . Ora noto che c’è una corsa frenetica sulle competenze , che trascura l’ aspetto delle relazioni , così conflittuali ! Il nostro lavoro dovrebbe essere frutto di confronto , di aiuto reciproco , di proposte di formazione anche per i genitori , che vanno “educati”. Ma l’ alunno e’ diventato utente e la scuola deve essere sponsorizzata al miglior offerente . Ci sarà una scuola di serie A e B . Tra i docenti crescerà una competizione accesa , che impedirà la serenità di lavoro ! E questa riflessione solo relativa alla figura del
    Dirigente …
    MANUELA PERSWLLOSU FACEBOOK

    Danila Fernandes
    22 maggio 22.06.05
    Scuola impresa e preside sceriffo, collegamento con il territorio dando il max privilegio a ditte e associazioni magari gestite dai soliti parenti conoscenti politici e compagnia bella, riconoscimento di progetti reputati meritevoli perché usati come sponsor di una formazione che invece dell’autonomia stimola subalternità competizione violenza homo homini lupus il levitano é stato riesumato….
    DANILA FERNANDEZ SU FACEBOOK

    Non entro nel merito della riforma e della scuola non conoscendo ne una ne l’altra. Dico solo che L’Italia è un paese conservatore e quando qualcuno tenta di cambiare qualcosa ci arrocchiamo subito in alibi e diventiamo di destra o sinistra a secondo della convenienza. La scuola media e la superiore sono cosi come quando andavo a scuola io mentre il mondo è cambiato innumerevoli volte la lasciamo cosi?
    ANTONIO PETRELLI SU FACEBOOK

    Sono un dirigente scolastico da tre anni in pensione. Credo che questa ennesima riforma sia solo uno spot elettorale dove sento dire tante cose ma mai quantificare le risorse effettive che saranno messe insieme per aiutare veramente i nostri ragazzi a crescere sia dal punto di vista morale che culturale. Non ho sentito parlare di come si potrà’ risolvere il problema di classi con stranieri, alunni diversamente abili o DSA, alunni caratteriali che potranno essere aiutati solo con insegnamenti personalizzati che un insegnante da solo non potrà’ mai realizzare concretamente. È come non parlare di strutture fatiscenti la cui pericolosita’, pur essendo nota agli organi competenti, viene solo risolta con interventi che non sono mai risolutivi. Gli insegnanti quando vanno a scuola devono trovare una famiglia che li attende è un padre, non padrone, che deve essere pronto ad andare incontro alle loro difficolta’ e non cacciarli alla prima mancanza. Come si fa a valutare un docente? Questa è’ una cosa seria perché’ un docente può’ avere una classe difficile, come spesso capita in molte zone del nostro paese è, di conseguenza dovrà’ adattare il proprio programma alla realtà’ della classe. Ed allora come si fa con l’Invalsi che prepara delle prove che sono identiche per tutte le scuole e che non tiene conto di queste realta’? Con questo non dico che non ci debba essere una valutazione ma la soluzione non è’ così’ semplice come si vuol far credere. Ricordo anche che ci si sono stati tentativi di valutazione dei dirigenti che si sono spesso risolti con la compilazione di modulistiche facilmente compi labili e spesso poco inerenti alla realtà’ dei fatti. Non parliamo poi della novità’ del dirigente che sceglie i propri docenti pescando da un albo professionale di cui non si conosce bene che tipo di qualità’ del docente potranno essere riportate. Ho sentito anche parlare per l’ ennesima volta di organico funzionale che non è’ una novità’ ma una proposta avanzata gia’ da diversi anni e che comporta un investimento finanziario notevole con risorse che non sono ancora quantificate in dettaglio. Ma questo organico funzionale sarà’ possibile attuarlo per tutte le scuole o solo per le cosiddette scuole virtuose che spesso sono tali solo perché i dirigenti hanno buone conoscenze nei luoghi di potere. Vorrei poter continuare ma sono amareggiato dal qualunquismo e dalla leggerezza con cui si affrontano delle scelte fondamentali per un miglioramento globale della scuola italiana che è già stata massacrata da varie riforme di stampo prettamente politico. Sento tanta gente che non conosce come funziona la scuola italiana parlare a sproposito pronunciando le solite frasi fritte e rifritte frutto di persone che hanno avuto esperienze negative solo per la loro mancanza di impegno. La scuola deve essere pronta ad affrontare sfide importante e i docenti le posso affrontare solo se adeguatamente formati, questo sì che è importante.

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