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Il segno delle idee

Il mio spazio creativo

Una narrazione diversa è possibile e necessaria

Sicuramente vi sarà capitato di vedere in TV uno di quegli spot per la ricerca contro le malattie rare. Più o meno funzionano tutti allo stesso modo: vi fanno vedere un bambino o una bambina con una grave disabilità, intervistano la mamma in lacrime, musica commovente di sottofondo e voce triste ma rassicurante che vi chiede di sostenere la ricerca medica. Nessun rispetto per la privacy delle e dei minori in questione e nessuna possibilità che possano autodeterminarsi (proprio come accade per gli spot che vi chiedono di adottare a distanza o sostenere le spese per i bambini e le bambine dei paesi del Sud globale).

C’è sempre una voce fuori campo che parla per loro, un genitore se si vuole accrescere il pathos, e nemmeno il vago dubbio che la ricerca medica per migliorare la loro vita sia sia un dovere di cui la società deve farsi carico e non qualcosa da lasciare alla pietà dei singoli individui.

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L’intelligenza artificiale e la zucca vuota

Nonna Papera, oggi, brontola e non vuole cucinare; continua a ripetere”più tardi, riprovate più tardi.” Preoccupato dal tono insofferente della gran papera,Paperino chiama Paperina e la sollecita a intervenire.

Nonna Papera è in sciopero, devi sostituirla velocemente ai fornelli e bisogna capire cosa farà per ogni-santi e che razza di allergia le è presa…”

Ah, il problema è chi cucina, non come sta lei? Meriteresti di rimanere a digiuno senz’acqua e al buio come quelli della Palestina.” “La punizione mi sembra eccessiva. Nonna Papera è vecchia e dopo una decina di ore inizia a lamentarsi, vabbè posso chiudere un orecchio perché siamo parenti e le voglio bene ma sta esagerando.”

Determinata a risolvere la situazione, Paperina s’avvicina alla decana di tutte le papere: “Cosa succede? Non prepari nessun dolcetto per Halloween, neanche una torta per Qui, Quo, Qua e i loro amichetti?”   

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Frida

Uno scheletro di cemento

trasformato in Urban resort

l’intellligenza si è esibita

nelle note prese per mano

accompagnate dal talento

dalla voce,

le ho viste vibrarsi

sulla tastiera, sul pianoforte

in piedi, saltare e volare

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Voci di donna alla biblioteca “Acclavio”

Mercoledì 25, avrò il piacere di dialogare con la poetessa Piera LO Prete sulla sua raccolta poetica “Passo di donna”, presso la biblioteca “Acclavio”, alle ore 17,30.

L’incontro sarà arricchito dalla professoressa Anna Chiara Bruno che dialogherà con l’autrice di “Identificazione di una donna”, le sillogi poetiche sono state pubblicate quasi contemporaneamente e si susseguono nel percorso ideale che percorre una donna vittima di un amore violento antitesi di vita e gioia di vivere.      

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Ombre furenti. Storie proibite

Questa storia è stata proibita e condannata all’allontanamento da molti: Greci, romani, familiari ed eredi. Anche le ombre hanno tramandato solo frammenti non volendo interferire con le decisioni umane. Il libero arbitrio è un concetto difficile da rispettare, così le Baccanti sono state allontanate e messe al rogo senza preoccuparsi della causa che le conduceva alla mania. I fiumi non scorrono tutti in superficie, a volte si nascondono nelle profondità inesplorate, riemergono improvvisamente lontani dalla loro sorgente.

Partiamo da un dio: Dioniso, Bacco, Joyce… un dio il cui culto portava alla follia attraverso un ballo sfrenato. Forse era il delirio a trasformare la danza in movimento scatenato o, meglio ancora, le due cose si stimolavano vicendevolmente dando il via al sentimento di libertà che non ammette limiti, fino allo sfinimento della coscienza e della sua Realtà.

La lotta armata è una reazione da maschi alfa “Spartaco spezza le catene”, le femmine sono più psicologiche, per arrivare alla vittoria usano armi con cui hanno confidenza, praticano lo sport in cui sono imbattibili, seducono uomini e dei, lasciando loro credere di esserne sedotte.

Le prime adepte indossavano pelli di cerbiatto o di pantera, si cingevano il capo con una corona di edera intrecciata, lasciavano la casa per correre sulla montagna e ballare furiosamente al ritmo di tamburi accompagnati con flauti e bronzi.

Donne belle e donne brutte, in preda al delirio. Tanto è stato detto e scritto, correvano e ballavano così smodatamente che le ombre ne parlano come una gran fatica. Rincorrerle su monti e accompagnare i gesti esagitati intrecciati di edera e tirso cercando d’essere credibili mentre sbranavano animali o si congiungevano con satiri tanto brutti quanto cattivi e puzzolenti.   

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Ombra ribelle. La storia maledetta

Fra le storie raccolte nella biblioteca clandestina ci sono quelle maledette e quelle proibite.

Perché conservarle se devono essere nascoste e temute? No, questa è la logica degli uomini, le ombre agiscono diversamente e raccolgono tutto quanto accaduto per poi evitarne le conseguenze.

Le storie non si omettono e non si cambiano proprio per poter salvarsi dalla loro dannazione.

Non si parla delle storie maledette, si deve sapere tacere.

Maledette da chi? Non esiste un tribunale dell’inquisizione parallelo, una cospirazione delle ombre contro gli uomini e il loro potere. Inoltre le condanne umane non sempre si rispecchiano nell’abisso delle ombre. Da questa storia prendono tutti le distanze perché, nei due mondi, ci sono state troppe vittime innocenti.

Ombre che si ribellano all’umano di cui sono la proiezione, non sono originali, e nemmeno rare, facile inciampare in una dello loro avventure fallimentari.  

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A passo di donna. Recensione

Sembra emergere un’idea di poesia come esigenza cognitiva della specie”. Così scrive Franco Buffoni a proposito della poesia italiana contemporanea.

Mi aspettavo questa esigenza cognitiva da “Passo di donna” anche perché Piera Lo Prete inizia con “Un femminicidio” dove, parlando con la vittima, ipotizza: “Forse cercavi una verità nascosta a te stessa, forse volevi la Luna questa sera alla tua finestra.”

Da questi pensieri sulla verità e realtà, mi hanno risvegliata i primi versi: “Questo è il mio tempo/ il tempo di riafferrare/ il mio discorso interrotto…” Ho sentito nelle mie orecchie una voce di donna determinata, pronta a combattere, una specie di dichiarazione di guerra a cui rispondono i versi della poesia successiva: “Fidati di me, amica mia/ (…)/ nell’animo umano si svolge la vera rivolta,/ la vera travolgente rivoluzione”. A questo punto sono esplose emozioni e ricordi personali che riguardano donne e violenza ma non delitti passionali perché la violenza sulle donne, anche in questa raccolta, è quella che nega loro dignità e libertà privandole della voglia di vivere e di voler essere.    

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Il montascale che discrimina fra i discriminati

Venerdì 15 settembre si è svolta la cerimonia d’inaugurazione del servoscale presso la Lega Navale di Taranto.

Occasione imperdibile per portare la mia sedia a rotelle nella parte bassa del lungomare dove non sono mai potuta andare perché: quando furono fatti i lavori per la passeggiata sotto il lungomare, io ero già sulle 4 ruote e la discesa è troppo ripida per le mie braccia.

Il lungomare di Taranto è 15 m, circa, sul livello del mare, dall’alto la vista è splendida ma la passeggiata a livello del mare da la sensazione di toccarlo ed essere parte della sua natura.

Piena d’entusiasmo sono accorsa alla Lega Navale dove alcuni amici, disabili come me, si sono immersi per una dimostrazione sportiva in vista della gara “Dominate the water”, aperta a tutti noi e svoltasi nei giorni successivi.

Alle 16,00 in punto mi sono affacciata al cancello dove ho trovato un affollamento di gente con e senza rotelle, tutti preoccupati perché il montascale non stava funzionando.    

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Disability Pride Italia

Il 23 settembre si terrà a Roma l’ottavo Disability Pride Italia, per rivendicare i diritti delle persone con disabilità, dei loro amici, famigliari e caregivers. La manifestazione è promossa dal Disability Pride Network con il patrocinio di Roma Capitale. Negli ultimi giorni della Settimana Europea della Mobilità, venerdì 22 e sabato 23 settembre a Roma, torna l’appuntamento del Disability Pride Italia, manifestazione di carattere nazionale giunta alla sua ottava edizione. La straordinaria partecipazione di persone, associazioni, fondazioni ed altre realtà organizzate ha reso l’evento uno dei momenti più importanti dedicati alla rivendicazione dei diritti di inclusione delle persone con disabilità. Grazie al Disability Pride Italia negli ultimi anni è nata una rete informale composta da varie organizzazioni che hanno portato il Disability Pride in diverse città d’Italia. Prima della pausa estiva Torino, Genova, Milano e Taranto hanno visto sfilare per le strade una moltitudine di corpi divergenti e menti differenti con l’obiettivo di mostrare l’unità del mondo delle persone con disabilità che insieme rivendicano una società più inclusiva, rispettosa dei diritti di ognuno e che non isoli ma valorizzi ogni differenza tra gli individui. Dopo Roma sarà la volta di Bologna e Palermo. Oltre all’abituale corteo che il 23 settembre attraverserà le strade del centro storico della Capitale, il 22 settembre si terrà una visita guidata inclusiva a cura di Radici APS e Farwill per promuovere il turismo accessibile nelle città d’arte italiane.   

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Taranto, Italia, Cile. L’indimenticabile settembre 1973

Di

Di Mario Pennuzzi, pubblicato su TarantoBuonasera

Ma chi lo ricorda quel settembre di 50 anni fa?

Era ancora caldo, forse un po’ meno di questo 2023, ma la temperatura invitava ad andare a mare, cosa che non potevo fare, stavo preparando alcuni esami universitari, ed inoltre stavamo allestendo la Festa provinciale de L’Unità manifestazione che a me segretario provinciale de giovani comunisti di Taranto richiedeva un discreto impegno.

Un settembre denso di avvenimenti ed ansie in quei giorni, a Napoli scoppio una epidemia che richiamava antiche profonde paure che in molti conoscevano solo dai libri di scuola: scoppiò una epidemia di colera, che ben presto si diffuse in tutto il Mezzogiorno.

Nella federazione provinciale del PCI arrivò un medico, lo aveva chiamato Peppino Cannata al tempo nostro segretario provinciale “adesso ci vacciniamo tutti” fu l’invito perentorio, a cui tutti rispondemmo, anche se allora come oggi era noto che quel vaccino non avrebbe garantito una copertura assoluta. Decidemmo comunque di realizzare la festa de L’Unità, pur aumentando le precauzioni igieniche, non farla aveva troppe contro indicazioni.

Una mattina il gruppo dei giovani militanti si trovava presso la sezione intitolata ad Edoardo Voccoli, allestendo la mostra che avremmo esposto nell’area giovanile della festa, ricordo molti dei presenti. Quando ci giunse la notizia, “correte in federazione c’è stato il colpo di stato in Cile”   

 

 

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