“Sembra emergere un’idea di poesia come esigenza cognitiva della specie”. Così scrive Franco Buffoni a proposito della poesia italiana contemporanea.
Mi aspettavo questa esigenza cognitiva da “Passo di donna” anche perché Piera Lo Prete inizia con “Un femminicidio” dove, parlando con la vittima, ipotizza: “Forse cercavi una verità nascosta a te stessa, forse volevi la Luna questa sera alla tua finestra.”
Da questi pensieri sulla verità e realtà, mi hanno risvegliata i primi versi: “Questo è il mio tempo/ il tempo di riafferrare/ il mio discorso interrotto…” Ho sentito nelle mie orecchie una voce di donna determinata, pronta a combattere, una specie di dichiarazione di guerra a cui rispondono i versi della poesia successiva: “Fidati di me, amica mia/ (…)/ nell’animo umano si svolge la vera rivolta,/ la vera travolgente rivoluzione”. A questo punto sono esplose emozioni e ricordi personali che riguardano donne e violenza ma non delitti passionali perché la violenza sulle donne, anche in questa raccolta, è quella che nega loro dignità e libertà privandole della voglia di vivere e di voler essere.
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