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Il segno delle idee

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Category Archive : Triglio

La farsa dellla diossina

 

Ave Caesar, morituri te salutant.

Questo è il saluto più appropriato che noi cittadini possiamo rivolgere al ministro dell’am­biente Stefania Prestigiacomo ed al suo staff. Read More

Gli italiani la sanno lunga

Antonio Caprarica in una recente intervista per la presentazione del suo nuovo libro Gli italiani la sanno lunga… o no? Ha ribadito il luogo comune che etichetta gli italiani come esterofili, mentre i popoli stranieri sarebbero più fieri del loro popolo, sempre pronti a met­tere la patria su tutto; gli italiani non mostrerebbero lo stesso amore, né rispetto, per la propria casa madre, più in­clini a lamentarsi invece che adoperarsi per i rimedi.

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Civiltà urbana

CATENACCIO: ”Penso di aver scritto qualcosa come l’ultimo poema d’amore alle città, nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città” Italo Calvino

La città, la nostra città dalla polis greca passando per il comune medioevale, quale significato conserva nelle proprie fondamenta?

Una risposta interessante è quella data da Brunetto Latini, priore nella Firenze comunale del 1287: ”Cittade èe uno raunamento di gente fatto per vivere a ragione; onde non sono detti cittadini di uno medesimo comune perchè siano insieme accolti dentro a un muro, ma quelli che insieme sono accolti a vivere a una ragione.”

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La farsa della diossina

Ave Caesar, morituri te salutant.

Questo è il saluto più appropriato che noi cittadini possiamo rivolgere al ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo ed al suo staff.

Un saluto rispettoso a chi gioca sulla nostra pelle; giochi bizzarri ma variopinti, con tante luci e parole stra bordanti, come nei caroselli pubblicitari dei troppi festival: festival della musica sull’ambiente, festival della filosofia sull’ambiente, festival cinematografico sull’ambiente, fatti per denunciare i crimini commessi dall’uomo contro il proprio habitat,  ma eventi che troppo spesso finiscono col lavare le coscienze senza realizzare fatti concreti.

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L’evoluzione mancata

” I criminali non delinquono per atto cosciente e libero di volontà malvagia, ma perché hanno tendenze malvagie. Tendenze che ripetono la loro origine da un’organizzazione fisica e psichica diversa dall’uomo normale”. Così scriveva Cesare Lombroso in uno dei suoi numerosi studi sui soggetti criminali, studi condotti nelle carceri e, perfino, nei ma-nicomi criminali di cui fu il principale sostenitore, nell’Italia di fine ottocento, dilaniata dai problemi della difficile integrazione sociale fra gli abitanti del nord, già middle-europeo, ed i briganti del sud, chiusi nel proprio dialetto incomprensibile.

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La generazione tradita

Nel 1899 Luigi Pirandello scrisse I vecchi e i giovani, un romanzo complesso per la psicologia dei personaggi dai tratti moderni, che vivono l’episodio dei fasci siciliani e lo scandalo della banca romana (1893); racconto ambientato in una Sicilia passata dal regno borbonico al governo nazionale italiano.

Quasi contemporaneo della stesura dei Viceré ad opera di Federico De Roberto e precursore de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il romanzo di Pirandello è particolarmente esplicativo del pensiero nostrano sul futuro e sul nuovo; speranze vane sembra suggerirci Mauro Mortara, un vecchio e fedele garibaldino deluso dalla deriva classista del governo e della politica corrotta, vessillo di una società piccolo borghese ipocrita e meschina.

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