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Il segno delle idee

Il mio spazio creativo

Category Archive : Riflessioni

Lucia Joyce. Una fotografia piena di vita

I libri spesso sono il posto giusto dove fare nuovi incontri. Incontri inaspettati e a cui ci sottrarremmo nella realtà, perché pericolosi o, finanche, impossibili.

Leggendo “Corpi speciali” di Francesca D’Aloja, ho incontrato diversi esseri umani e luoghi lontani, il più interessante di tutti è stato l’incontro della stessa autrice con una vecchia fotografia in bianco e nero. Nelle ultime pagine del libro la fotografia è integralmente mostrata tuttavia, già nel racconto dedicatole è chiaramente visibile. Si tratta di una ballerina mentre esegue una coreografia di danza libera (oggi la chiamiamo “moderna”) con un originalissimo vestito da sirena.

Malgrado la foto risalga alla fine degli anni ‘20 del secolo scorso, la figura è espressiva ed ipnotica per bellezza, agilità… davvero incanta come il canto mitico della sirena che interpreta. Una foto, il fermo-immagine di un ballo a piedi scalzi. La ballerina si chiama Lucia, come me, questo mi ha spinto a cercare altre notizie sul web.

Ci sono diversi articoli, alcuni scritti dopo la pubblicazione del libro citato, altri in relazione alla biografia della donna: “Lucia Joyce. To dance in the Wake” scritto da Carol Loeb Shloss.   

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Saper raccontare

Le immagini, come tutti i fatti,cambiano valenza a seconda della luce e prospettiva con cui vengono presentati. Questo lo diceva già Aristotele nella “Retorica”. La verità è assoluta per l’essere assoluto che può accedere alla sua assolutezza. Questo lo aggiungo io. Più piccolo e frammentato è l’essere, più piccola e frammentata è la verità a cui ha accesso. La proporzione è diretta e non tiene conto della coscienza, ti senti grande più di quello che riconoscono gli altri? Non importa, vale solo quel che sei.    

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L’ombra di Sepulveda

Il 16 Aprile dello scorso anno, moriva Luis Sepulveda. Il primo autore importante stroncato dal covid19. Una persona che non ho mai incontrato ma a cui mi ero affezionata attraverso i suoi racconti. Addirittura ne ho una mia immagine, ogni volta che penso al Cile, agli esuli di quel periodo oscurato da Pinochet, agli scrittori che sono stati giornalisti e rivoluzionari, quell’immagine spunta dalla tasca dei ricordi.

Mi appartiene pur essendo io completamente estranea a quei luoghi, pur essendo nata dopo il governo Alliende, pur non avendo mai visto quel volto personalmente. Lo scorso anno, apprendere della morte di Sepulveda fu, per me, una doccia così fredda da farmi battere i denti senza riuscire ad articolare alcun pensiero. Ne scrivo a distanza di un anno sperando di mettere a fuoco le idee e riuscire a sorridere alla mia eredità. Infatti come ho un’immagine mia dell’uomo Sepulveda, così ho una mia eredità. Ho letto diversi libri, racconti e articoli suoi ma “L’ombra di quel che eravamo” è il pensiero che più si mescola ed intreccia con i miei. Ci sono uomini la cui vita è stata fratturata. Quegli uomini sono diversi da quello che erano ma solo se ci fermiamo al loro limite corporeo, se ci fermiamo al loro presente. Sepulveda è morto ma ha segnato pagine memorabili, questo ci aiuterà a sviluppare l’umanità che è in noi e di cui noi siamo parte.

Una risposta su Italo Calvino

Ciao Alice,

mi hai chiesto cosa hanno in comune tre opere di Italo Calvino: “Il sentiero dei nidi di ragno”, “Il cavaliere inesistente”, Il castello dei dei destini incrociati. Premesso che adoro la scrittura di Calvino ed ho letto molte delle sue opere perché sono interessanti nei contenuti ma scritte con leggerezza, una penna agile con inchiostro simpatico, quello che rimane segreto al cuore chiuso nella propria oscurità, io sono di parte, e tutto quello che ha toccato è oro, per me.  

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La cometa aliena

La cometa 21/Borisov è aliena. Scoperta nell’agosto 2019, è stata soprannominata “aliena” (da intendersi come “diversa”) per via della sua composizione chimica ad alta concentrazione di monossido di carbonio. Mi sembra giusto finire questo 2020 parlando di questa cometa che passa sulle stelle che ci auguriamo di tornare presto a vedere. 

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Cavalli selvaggi

Parlare di libri, autori, lettura… finisci per dire e sentire sempre le stesse parole. Per questo, a volte, ripropongo squarci di libri che catturano la mia attenzione e, credo, siano il miglior invito alla lettura. Oggi vi inoltro qualche riga da “Cavalli selvaggi” di Cormac McCarthy. Quando sono arrivata a questo punto ho chiuso il libro per qualche minuto per nuotare felice fra le emozioni procurate da questa lettura:

Seguirono il recinto e attraversarono i pascoli. Nel freddo del mattino il cuoio crepitava. Spinsero i cavalli al piccolo trotto. Le luci scomparvero alle loro spalle. S’inoltrarono nella prateria mettendo le bestie al passo sotto il cielo nero trapunto di stelle. Da qualche parte nella notte vuota i rintocchi di una campana risuonarono e si spensero lontano dove campane non ce n’erano. Sulla superficie ricurva della terra buia e senza luce che sosteneva le loro figure e le innalzava contro il cielo stellato lucente, i due giovani sembravano cavalcare non sotto ma in mezzo alle stelle, temerari e circospetti al contempo come ladri appena entrati in quel buio elettrico, come ladruncoli in un frutteto lucente, scarsamente protetti contro il freddo e i diecimila mondi da scegliere che avevano davanti a sé.

Senza parole

Per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, quest’anno si è scatenato un chiacchiericcio degradato e degradante per l’Umanità. Mi riferisco, in particolare, alla valanga di messaggi giunti nella redazione del programma radiofonico Fahrenheit, i libri e le idee. Messaggi arrivati in merito al tema della giornata mondiale, 50% a favore e l’altra metà contro. 

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Un altro mondo è possibile

A casa Barone, la figlioletta sta per compiere 5 anni e vuole festeggiare con un sontuoso pranzo di famiglia. Il desiderio nasce da una considerazione più volte ripetuta dal nonno materno: “Principi e principesse hanno alle spalle famiglie importanti che oltre allo scettro gli hanno trasmesso la ricchezza del vivere insieme all’umanità”. Carlotta non ha compreso appieno cosa intendesse il nonno, ma vuole essere una principessa e dunque sente il bisogno dell’investitura familiare.

In zona arancione, il covid non permette pranzi e party, pena: contagio sintomatico. 

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L’elemento umano nella macchina

Ci siamo. Da oggi uscire torna ad essere una pratica comune per tutti i bipedi italiani. 4 Maggio, si aprono porte e portoni senza paura di multe, infrazioni e scappatelle fuorilegge.

Dagli studi alle elementari, il “4 Maggio” è una poesia più che una data del calendario… certo in tempo di DAD sembra “preistorico” imparare versi a memoria, però così Manzoni non lo scordi e nemmeno il suo rapporto con Napoleone e la rivoluzione. Superfluo a dirsi, quest’anno l’unica cosa legata a tale data sembra essere l’uscita dalle restrizioni per il contagio, il resto non ci sfiora nemmeno. Ieri sera mi sono ricordata “Ei fu…”. nessun altro EI indica l’uomo “poetico” con determinazione e rispetto. Ei è solo lui.
Il virus cancella la memoria del computer, ma noi siamo “l’elemento umano dentro la macchina”, non possiamo annullarci o darci malati. Oggi si esce ripetendo “Dalle Alpi alle piramidi, Dal Manzanarre al Reno… ode e lode al 4 maggio…con noi non l’avrete vinta mai!

L’età della PENOMBRA

Signori, signorine e signorie varie, riflettendo sulla quarantena sul virus incoronato e leggendo a ruota libera… sono arrivata alla seguente elucubrazione filo-socio-psico-logica: siamo immersi nella penombra.

Seguitemi senza inciampare: nell’etere in cui galleggiamo, non riusciamo a distinguere i contorni fisici delle cose che scontriamo ma non tocchiamo. Alcune cose ci colpiscono e feriscono in piena fronte, altre scivolano sfiorandoci appena ma, comunque non le vediamo e non le “palpeggiamo” perché siamo avvolti a una penombra che ci fa intravedere ma non ci concede nemmeno ombre definite da evitare.

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