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Il segno delle idee

Il mio spazio creativo

Category Archive : Riflessioni

Grazie dei fiori

Giuseppe Fraccascia

I bambini si sorprendono ed entusiasmano facilmente, i vecchi no. I bambini hanno tutta una vita per crescere, sbagliare e rimediare, i vecchi no. Forse i vecchi non vogliono sorprese ed entusiasmi perché non hanno tempo di rimediare agli errori o pensano di non averne.

Probabilmente sono invecchiata molto velocemente. Troppo.    

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Il metaverso di Pollyanna

Questa notte, il temporale ha riempito il mio cuore di paura, ha gettato rumorosamente in terra le piante nel balcone, percosso violentemente I vetri malgrado le finestre fossero protette dalle tapparelle abbassate. Ho visto il bagliore dei lampi malgrado tenessi la testa sotto le coperte. Altrove I danni sono stati più ingenti e, se penso alle popolazioni martoriate dalla guerra, mi si blocca il respiro. In queste ore trionfa il sole, non c’è vento e il temporale è un incubo che cerca di nascondersi alla memoria. Però ci sono pozzanghere per le strade, altrove lottano col fango che si asciuga e la guerra presenta il conto dei morti e degli ospedali distrutti che non potranno curare nessuno per molto tempo ancora. Nel libro letto da bambina, la protagonista, POLLYANNA, cercava e trovava qualcosa di bello in qualunque avversità.   

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Nonno, la Box e il k. o.

In una foto di cui mi hanno parlato, c’ero io nel seggiolone sul tavolo accanto al nonno. Guardavamo insieme gli incontri di box. Mi diceva che i boxer migliori vengono dalla strada. Immaginavo la strada come una grande palestra dove imparare a vincere.

Crescendo ho visto che molti di quegli atleti su asfalto non hanno vinto. Per strada ti alleni a sopravvivere non a vincere. Per questo i “selvaggi da asfalto” sono sempre aggressivi, pronti a difendersi anche in mancanza d’attacco.

E noi? Signorini da latte e borotalco sappiamo gareggiare, la vittoria è l’unico senso delle nostre storie anche quando il costo è più alto del guadagno.      

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Una palestra da praticare

La mia generazione ha avuto una sola maestra alle scuole elementari. La mia si chiamava Rosaria, portava gli occhiali e aveva letto tutti i libri del mondo, almeno così mi piaceva immaginare. A lei devo il piacere di saper ascoltare, perché ascoltarla era come vedere un film girato in presa diretta dove finivo sempre per comparire in qualche scena, scoprendo che ero parte integrante della storia o del problema. Non ero una bambina che si sentiva partecipe in generale, preferivo cercare il mio angolino da cui guardare lo spettacolo del mondo. Forse per questo la maestra mi portava sul palco, anche le comparse sono necessarie. Con lei scoprii che scrivere temi mi piaceva e mi riusciva più facile che ripetere la lezione ad alta voce. Sorridendo lei mi raccomandava di leggere quanto più possibile ma io lo consideravo un compito per le vacanze, un “memento studere” pesante, nero e doloroso.             

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In nome del popolo italiano

Il 25 Settembre i cittadini italiani sono chiamati a eleggere deputati e senatori e, di conseguenza, il nuovo governo. Da diversi mesi siamo fra crisi energetica con conseguente inasprimento della ormai cronica crisi economica, l’emergenza sanitaria non ancora risolta, la guerra alle porte dell’Europa allarmata dalle esplosioni vicino alla centrale nucleare del paese aggredito… insomma camminiamo sul ciglio del baratro.   

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Coincidenza benaugurale

Coincidenze. Fatti che assomigliano a lapsus distratti e, come i lapsus, destano sospetti. Il mio sospetto è che i tarantini siano stati spesso percepiti come uomini seduti. Oppure siano stati considerati uomini di potere seduti in trono. Forse spesso no, ma ai tempi della polis greca… sì. Facile pensare che i guerrieri spartani considerassero mollaccioni tutti gli altri; ma prima di attirarmi le ire funeste dei miei concittadini, vorrei evidenziare una coincidenza in alcune delle maggiori statue rinvenute nel nostro territorio e risalenti alla nostra età greca: il colosso di Eracle (una copia della sua testa è esposta al MarTA, il museo archeologico di Taranto), la Persefone (esposta al Deutch Museum di Berlino) e il poeta/Orfeo (che a breve sarà restituito all’Italia dal museo di Los Angeles) sono tutte statue sedute. La mia perplessità nasce dallo scultore dell’Ercole, infatti Lisipppo è famoso per i suoi intenti sociali evidenti nelle sue opere d’arte. Se aggiungiamo la propensione dei greci a considerare inseparabili il buono, il giusto e il bello (kalokagathia), allora le statue sedute sembrano proprio un segno; di cosa?    

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Dall’albero con furore

Nel 2007, Rita Levi Montalcini si rammaricava che: ”Quello che in molti ignorano è che il nostro cervello è fatto di due cervelli. Un cervello arcaico, limbico, localizzato nell’ ippocampo, che non si è praticamente evoluto da tre milioni di anni fa a oggi, e non differisce molto tra l’ homo sapiens e i mammiferi inferiori. Un cervello piccolo, ma che possiede una forza straordinaria. Controlla tutte quelle che sono le emozioni. Ha salvato l’ australopiteco quando è sceso dagli alberi, permettendogli di fare fronte alla ferocia dell’ ambiente e degli aggressori. L’ altro cervello è quello cognitivo, molto più giovane. È nato con il linguaggio e in 150.000 anni ha vissuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura. Si trova nella neo-corteccia. Purtroppo, buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie – la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo – sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così”.   

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Ghosting, ghost to ghost

Ho sempre amato la lingua italiana perché ricca di parole. Ogni “cosa” ha un nome che la determina, anzi più d’uno, a sottolinearne le sfumature, la luce in cui è immersa il calore che emana.

Parlando con un’amica inglese circa dissensi nella mia relazione con una persona cara, l’invasione della mia parte di campo da parte sua, la sua pretesa che io mi conformassi alla sua opinione perché sua… la londinese mi dice: “In inglese si dice ghosting”.   

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Nella vecchia fattoria

Foto di Walker Evans

Nella vecchia fattoria di zio Tobia è arrivato il tramonto.

Il giovane porcello è assorto davanti al televisore agganciato sulla parete in alto, nel salone destinato a spazio pubblico al centro della fattoria.

Il caprone, di ritorno dal pascolo quotidiano, vede l’amico fermo, immobile davanti lo schermo e s’avvicina per fare due chiacchiere.

“Compare Porcello, cosa ti attira del mondo delle bestie umane?”

“Ripetono continuamente la parola Bellezza, la cercano, la invocano, la criticano ma non ho ancora capito cos’è, per loro, la Bellezza.”

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Il volto per la pace

La mia vicina di letto, in ospedale, veniva da Kiev. Io venivo da zona di guerra, Iugoslavia dove ero andata per operarmi. La guerra avanzava e io temevo un missile sopra il mio ospedale. Paura insensata, Lubiana non è stata coinvolta. Tornata in Italia per riabilitazione, conobbi Vita, aveva avuto un aneurisma a vent’anni circa, la mia età di allora. In Italia ballava in un nightclub. La raggiunsero la madre e la sorellina Annia. La sorellina studiava danza al teatro di Kiev. Vita rimase su sedia a rotelle. Chissà ora: freddo, fame sete e paura concreta. Da tempo non pensavo a loro. Da tempo l’Occidente non pensa all’Ucraina. E ora? Chiedo Pace e non so nemmeno cosa pensare. Non è un pensiero è l’unico desiderio che ho, che mi scoppia nel cuore. Immagino che Vita non sia potuta scappare e che guardi il soffitto, come quando ero io in ospedale, aspettando che crolli come la nostra vita. Le due sorelle hanno il cielo negli occhi, bellissime, io non merito niente ma se dovessi pensare a un volto per la pace… il loro. Pace per l’Ucraina, pace, pace, pace.