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Omar Di Monopoli fra cinema e letteratura

Omar Di Monopoli fra cinema e letteratura

Abbiamo parlato di romanzo e di fumetto, oggi arriva la voce di Omar Di Monopoli per aggiungere considerazioni su libri e cinema con un tono franco e limpido.Non si può ridurre il mondo in una parola o ad una immagine ma si devono usare entrambe per dargli spessore e respiro.

1. I suoi libri appartengono ad un genere preciso o sono il format letterario della realtà che indaga? Cosa mette nei libri che scrive e cosa cerca in quelli che legge?

la mia formazione d’autore è una formazione “visuale”, ero infatti un aspirante fumettista, e il genere (il giallo, il west, la fantascienza, ecc) mi ha letteralmente plasmato. Quindi ho imparato attraverso i canoni di questi particolari moduli narrativi a raccontare ciò che mi interessa. Poi, avendo fatto della mia terra, la Puglia, il tema principale del mio lavoro, ho finito necessariamente per ammantare di una certa patina di denuncia sociale i miei scritti: ma questo è avvenuto in maniera naturale: semplicemente perché se racconti una regione problematica come la mia (da una parte il turismo e i tramonti, dall’altro la Sacra Corona e l’ILVA) con sincerità finisci giocoforza per narrarne anche i lati oscuri…

2. Spesso i libri assomigliano più a sceneggiature e poco a opere letterarie, i romanzi in genere verranno ridotti a serie televisive nel futuro oppure è solo una moda passeggera, secondo lei?

Cinema e televisione hanno flirtato con la letteratura sin dalla loro nascita, francamente non ci vedo niente di male e anzi mi sembra un plusvalore per la diffusione delle storie. Poi sono altresì convinto che definire un’opera letteraria al pari di una sceneggiatura possa non essere necessariamente un diminutivo: uno scrittore capace di imporre un passo “cinematografico” al proprio narrato dimostra infatti secondo me un talento “diverso, molto moderno e sicuramente pop. Semmai bisognerebbe discutere sul valore di alcune storie, questo sì, ma i gusti son gusti e alla gente piace anche la robaccia, talvolta…

3. Lei è definito il Faulkner pugliese, cosa sarebbe necessario agli scrittori italiani di oggi per ridare vitalità alla letteratura moderna?

Definirmi così è stato evidentemente una leggerezza della critica (i giornali hanno l’etichettatura facile) che se da un lato mi lusinga dall’altro mi carica di aspettative e responsabilità di cui non intendo portare il peso. Semmai posso dire che un gigante come Faulkner ha sicuramente influenzato e continuerà a influenzare generazioni di scrittori quindi in questo senso sì, sono uno dei suoi molteplici figliastri. Detto ciò la letteratura moderna non mi sembra morente, anzi, se si ha la voglia e la caparbietà di cercare il mondo è pieno di libri belli e anche tra gli italiani vedo un brulicare di voci nuove e interessanti, davvero, il lettore deve sforzarsi di alzare il muso e aguzzare lo sguardo oltre i soliti strilloni pubblicitari…

4. La quarantena ha fermato festival, incontri letterari e presentazioni di libri. A chi o a cosa servono davvero queste performance e forme alternative come i video via social sono davvero valide?

No, i video nei social non sono degni sostituti, per niente. Io ero lontano da Facebook da più di un decennio e ho dovuto riaprire un mio vecchio profilo per tornare ad avere un contatto con la gente in questo momento infame. Però sono spaventato: il mio comparto è in sofferenza, e posso solo sperare che ci si sappia adeguare. E che questa pandemia finisca al più presto.

5. Quando e perché ha deciso di scrivere romanzi e c’è un libro che l’ha inspirata e che consiglierebbe per questo?

Io sono passato dai grandi americani ai maestri italiani. Tramite Steinbeck ho riscoperto Verga e Capuana per cui direi che più che un titolo singolo l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di leggere, poi, come diceva Eco, “i libri si parlano” e quindi sarà normale cercare le proprie voci care, i propri autori di riferimento.

Lucia Pulpo

Nota: Nato a Bologna e cresciuto in Salento dove ha lavorato come grafico e redattore con riviste locali, è autore di romanzi tra cui: Nel buio. Storia di fantasmi nel Salento, Uomini e cani, La legge di Fonzi, Aspettando l’inferno, Nella perfida terra di Dio.

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