Calice ebbro di luce
Datemi un calice
ebbro di luce
che possa berlo al tramonto
per festeggiare e unirmi
a tritoni, sirene e delfini
nel corteo di Dioniso
noi folli
corriamo sulle acque
cantiamo la nostra canzone mattutina
nella penombra che sale
nessuno ci riconosce
possiamo ballare nudi
belli perché veri
ci siamo
noi, ci siamo
parole il resto
con vestiti e scarpe puzzolenti
con gioielli insanguinati
capelli di bigiotteria con riporto meschino
no, offro le mie cicatrici
nei scomposti
e singhiozzi improvvisi
senza pareti di delimitazione
le mie sillabe si sparpagliano
in un bicchiere d’acqua
sparigliano le certezze
basta fermarsi un po’
a vegliare, finalmente, le stelle.