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Il racconto da ascoltare

Il racconto da ascoltare

Un giorno senti la tua voce che dice: “Ai miei tempi la scuola… I ragazzi di oggi… I nostri genitori…”. La prima volta quella voce suona strana, quasi riecheggia con una eco lontana. Ti chiedi: “Quando è successo? Quando sono passato dall’altra parte della barricata?” Se avessi lavoro, famiglia e figli, allora sarebbe normale, anzi, doveroso, assumere un contegno maturo e responsabile, ma io sono un giovane precario…

Ma mentre disorientato continui a origliare la tua voce che elogia usi e costumi dei tempi andati, arriva il ricordo di un pensiero ricorrente in te a quei tempi: “voi non potete capire”.Fulmineo arriva un brivido alla schiena, “non posso capire”, mi ricordo che non posso capire, c’è una differenza qualitativa fra prima gioventù e il resto degli anni, “Te lo ricordi?”. Sì, c’era una canzone che lo chiedeva…

Il prossimo mercoledì, il mio liceo ospiterà un incontro con un ex-alunno che ha fatto carriera nella Silicon valley. Prima considerazione: è più vecchio di me; e secondo: la tecnologia legata a internet e telefonia mobile era cosa di pochi ai tempi del mio liceo. Proprio per questo stavo dicendo a Marta che, ai miei tempi, la scuola era diversa, i ragazzi non erano continuamente assolti nel loro mondo virtuale e, se prendevamo brutti voti, i genitori si arrabbiavano con noi non con chi ci aveva giudicati. Era proprio un’altra storia, a pensarci sembra essere passata un’intera era con cabine e gettoni telefonici, cartoline e bigliettini d’auguri scelti in cartoleria e i voti col più e con il meno-meno.

Simone Bianco tornerà al liceo per raccontare alcune ricerche a cui ha partecipato, progetti anche innovativi, lui che il liceo l’ha vissuto ai suoi inizi, con la sede nel vecchio orfanotrofio di via Mazzini, col preside che ha dato il nome all’aula Magna in cui parlerà. I nuovi studenti non sanno com’era quella struttura all’interno con le aule di via Minniti collegate a quelle di via Mazzini col corridoio dell’ultimo piano cosicché se dalla palestra femminile (piano terra in via Mazzini) volevi andare alla palestra maschile (piano terra in via Minniti) dovevi salire al terzo piano percorrere il corridoio e riscendere al piano terra, però in silenzio perché il corridoio passava davanti la presidenza e in presidenza c’era sempre qualcuno pronto a controllare che non stessi perdendo tempo per non stare in aula.

No, i giovani di oggi non possono capire lo spirito dei miei tempi, possono soltanto ascoltarne il racconto come noi dobbiamo ascoltare il loro.

L’alunna del secolo scorso, Lucia Pulpo

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