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Il sogno italiano nel cinema

Il sogno italiano nel cinema

Al cinema ho visto il film “Martin Eden”, libera trasposizione che il regista Pietro Marcello compie del romanzo omonimo scritto da Jack London. Di seguito, vi propongo la mia libera trasposizione del film… Un bastimento carico di spezie giunge nel porto di Napoli. I marinai escono alla spicciola con un sacco sulle spalle e la camicia logora, tra questi c’è Martin Eden che dopo un istante d’esitazione si precipita sulla banchisa scaraventando a terra il suo sacco mezzo vuoto. Un gruppo di scugnizzi sta tirando per la giacchetta un giovane dall’aspetto pulito, troppo pulito per essere della zona.

Martin:”Lasciatelo stare, non è per voi, andate via, via” e così dicendo il marinaio spinge violentemente in là i monelli, loro lo guardano, probabilmente lo riconoscono e dopo aver dato della femminuccia alla loro vittima, lo lasciano alle mani callose del marinaio.

Il giovane dabbene si presenta:”Sono Ferdinando Maria Antonio Orsini Della Sierra, grazie di avermi liberato da quei plebei ignoranti e volgari, assetati di violenza.”

“Ignoranti certamente, forse volgari ma no, assetati di sangue no, sfottevano e magari speravano di ricavarne un centesimo, i plebei hanno sempre la bocca che puzza di fame!”

“Lei da dove arriva?” “Il bastimento torna dall’America ma siamo nativi di Napoli.” “Bene, anch’io sono figlio di Partenope, venga a palazzo con me, voglio sentire com’è l’America dovrò andarci anch’io per estendere il commercio di famiglia.”

Giunti a palazzo Fefè presenta Martin alla madre e alla sorella e lo invita a raccontare il viaggio nel nuovo continente. Dopo settimane di contatti con l’umanità di sesso maschile, lo sguardo di Martin plana sul decolté della signora concedendosi poche distrazioni che contemplano l’argenteria, il lusso del mobilio e l’abbondanza dei piatti che sfilano sulla tavola in un pranzo affrettato che la signora ha pensato di offrire in cambio della difesa offerta a Fefè. La sorella Elena, sentendosi esclusa da sguardi e discorsi cerca di attirare l’attenzione su sé suonando al piano. Sazio di cibo, ebro di entusiasmo per la signora, stanco per il lavoro logorante sul mare, Martin si addormenta cullato dalle note di Elena e si risveglia, il mattino seguente, in un letto morbido, profumato con lenzuola lisce mentre la luce del sole entra piano accompagnata dal cinguettio allegro di uccelli dall’ugola di razza. Eden capisce che quella vita è meglio di quella passata fin ora in rassegna e decide di darsi da fare per migliorare il proprio tenore di vita. Vestito e pettinato esce dalla stanza intenzionato a chiedere consigli a Ferdinando. Appena apre la porta, Elena passa davanti con aria maliziosa per chiedergli di cosa avesse bisogno. Martin non perde tempo a chiederle cosa fosse accaduto e perché lui fosse ancora a palazzo; decide, invece di chiedere a lei come fare a diventare ricco senza spaccarsi la schiena. Canzonandolo leggermente lei lo prende per mano e lo porta in biblioteca dove le pareti sono pieni di libri e il tavolo pieno di giornali. “Ah, le parole scritte, ma io ho solo la prima elementare” “Vai a scuola e fatti un’istruzione!” “Per quella ci vogliono i soldi e io non ne ho a sufficienza” “Vai dai preti” “No signorina, non perseguo la castità” “Ah-ah, non c’è bisogno di prendere i voti, ti fermi prima ma impari il latino!” “I giornali non sono scritti in latino” “Sei proprio ignorantello, per imparare a usare correttamente la lingua italiana devi prima studiare la lingua madre latina.” “Signorina, sarò ignorante ma voglio essere felice.” “Lo sarà, l’aiuterò io e vedrà che sarà un successo.”

Tramite l’intercessione del padre di Ferdinando ed Elena, ben consigliato e sponsorizzato dalla loro madre, Martin inizia gli studi col frate francescano Guglielmo venuto appositamente da Baskerville città natale anche della signora Della Sierra. Studiando latino, religione ed economia, in Martin si rafforza l’idea che i pezzenti non sanno di doversi emancipare, certo le teorie evoluzionistiche sono eresie ma quelle socialiste basta riportarle alle radici cristiane, così dopo un travagliato apprendimento inizia a scrivere volantini che distribuisce nelle campagne fra i braccianti e nei sobborghi urbani dove la gente non sa leggere ma tira a campare. Indispettito dal mancato riconoscimento del suo talento, prova a cambiare postazione e si reca nei salotti “buoni” dove la sua esuberanza fisica sembra essere apprezzata più dei suoi ragionamenti artistici, fin quando un noto editore torinese gli offre un contratto come editorialista del suo giornale. Martin ha tutte ai suoi piedi: donne ricche, povere, sposate e vergini, lenzuola di seta, carrozze con destrieri bianchi e tavole imbandite con piatti esotici e vini pregiati. Era tornato dall’America proprio per godere di cibo, vino e… Ma questa è un altra storia che andrebbe raccontata con altri personaggi.

1 Comment on "Il sogno italiano nel cinema"

    Per fortuna oggi l’accesso alla scuola è gratuito ed obbligatorio…ma non viene sfruttato per quello che vale. Ma non voglio togliere il fascino della storia raccontata entrando in discorsi complessi…bella ed affascinante storia…che fa sognare e anche di questo c’è bisogno.

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