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Morte di una persona cara

Morte di una persona cara

Ieri, 17 Luglio, è morta una persona a me cara. Questa perdita è stata coperta dal clamore mediatico per la morte di Andrea Camilleri. Ne parlano in molti, non tutti in maniera adeguata ma, il padre di Montalbano è conosciuto a livello internazionale ed ognuno si sofferma sull’intervista che gli ha fatto, sul libro che ha letto, sulla frase che più l’ha colpito e sorpreso.


Ho letto suoi libri, interviste, cose scritte a proposito della sua vita e dei suoi personaggi, ho visto sia il giovane sia Montalbano interpretato da Zingaretti, lo spettacolo di Tiresia: insomma letto, sentito e visto… ieri è morta una persona a cui volevo bene. Non un parente o un amico, personalmente non l’ho mai incontrato, non ho nemmeno il suo autografo o la foto ritoccata con la sua immagine sovrapposta alla mia; sapere della sua morte è stato come bere un sorso di mare che lascia l’amaro in bocca, la gola brucia anche se la inondo col solito sciroppo: “Ha smesso di soffrire, meglio così che costretto al chiuso di un ospedale, l’età era ormai avanzata…” Balle,se penso all’idea di combattente penso a Pertini, se penso all’idea di Resistenza penso a Camilleri, sento la sua voce ferma, seria con sfumature ironiche, penso ad una letteratura intinta di vita e no, non mi consola pensare che la vita è un cammino verso la morte e che quando c’era l’una non c’era posto per l’altra. Amaro che sale dalla gola con il singhiozzo dovuto a un respiro interrotto. Ne avrà ingoiato anche lui, sale marino sciolto in uno spirito cristallino e brillante il cui pensiero corre sul filo del suo inchiostro. Quello che non ha ingoiato in gioventù glielo stava propinando l’Italia dei nostri giorni nella quale non si riconosceva più.

Oggi parlo insieme a tanti altri per non lasciare neppure una briciola di spazio ai “maldicenti” che vogliono sputare odio contro il cielo, non citerò neppure frammenti di qualche discorso per non frantumare gioielli incastonati nel mio personale Olimpo dove risiedono uomini divini. Non dirò ”Ciao” o qualcosa del genere, nulla è appropriato nemmeno il silenzio, ho ancora tanto di tuo da leggere, e questo mi aiuterà a… respirare!

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