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Buone notizie dall’inferno

Buone notizie dall’inferno


Steven Pinker ha scritto su “The Guardian” che i giornali sono pieni quasi esclusivamente di brutte notizie e questa scelta induce i lettori a pensare che il mondo stia peggiorando. Secondo il professore di psicologia a Harvard, il pessimismo diffuso attraverso le notizie e le parole esageratamente fosche sono un’abitudine della stampa degli ultimi decenni ma non mostrano tutta la realtà in cui viviamo. Quest’ articolo è l’adattamento dal suo libro “Enlightenment now” di prossima uscita anche in Italia. L’autore canadese spiega eloquentemente gli studi fatti sui cambiamenti del “New York Times” e sui sentimenti dei lettori che più s’informano e più s’isolano temendo il contatto con altri e con le loro realtà.

Parole eccessive e spesso ridondanti, fatti che sono minaccia per la sopravvivenza dalle crisi di tutti i tipi alle emergenze alle tensioni e guerre irrisolvibili.
L’ansia di arrivare per primi sul luogo del crimine spesso amplifica il misfatto attribuendogli caratteristiche di necessità, importanza, assolutezza non sue di “nascita”. Aggiungiamo a questo i “proclami a reti unificate” grazie ai quali le stesse notizie rimbalzano su tutte le testate giornalistiche siano esse cartacee, televisive, digitali o profili di social network… il fattaccio diventa virale e l’individuo ne rimane contagiato anche senza il consenso di Pinker. Sono d’accordo con il divulgatore scientifico ma temo il problema si sia già evoluto dallo stadio di pessimismo embrionale perché la realtà in cui viviamo si è trasformata in negativo e non solo nella nostra percezione.
Voglio dire ci saranno sempre state crisi, guerre, calamità naturali ma la mia vita è davvero peggiorata nell’ultimo decennio fra disservizi e gente incurante di porvi rimedio e non basta chiudere giornali, tv e internet, la realtà in cui vivo si è deteriorata ed è difficile credere a buone notizie dall’inferno. Si potrebbe obiettare che siano le news a vestire la realtà di dannazione… scrivere e parlare con più intelligenza ridimensionerebbe i problemi togliendo loro il primato di assoluta negatività, sarebbe la luce di un fiammifero a fronte delle tenebre della notte… non basta più.
Addossare a giornali e giornalisti la colpa di ogni male è divenuta una moda ben lontana dalla risoluzione dei problemi ma perfettamente in linea con le nuove correnti di potere.

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