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La locanda delle streghe e i suoi lettori

La locanda delle streghe e i suoi lettori

streghe Ho pensato gli faccio una foto e la posto su FB, però non avevo con me il cellulare per evitare distrazioni nel “mio” luogo sacro.
Il ragazzino era normale, una testa, due braccia, due piedi e non aveva occhiali o faccia da secchione. Anzi direi carino con i capelli castano-chiari e vestito con indumenti nuovi e “alla moda”. Respirava e seguiva le righe con gli occhi fino a voltare pagina! A quel punto non potevo lasciarmelo sfuggire, mi sono avvicinata per vedere se si trattasse di graphic-novel, Harry Potter o vampiri… Invece si trattava de “La locanda delle streghe” scritto da Josef Conrad. Considerando che il giovane lettore sembrava ipnotizzato dal testo, probabilmente è stato davvero stregato e la scena, istantaneamente, acquista una luce particolarmente suggestiva.
Mentre aspetto che escano fantasmi, scheletri e almeno uno zombi dal bagno, sorrido della tenera visione di un essere umano che legge un libro vero.
No, più esattamente, sono in uno brodo di giuggiole e riempirei il suo viso di baci e rossetto se fosse qui. Il ragazzino invece, ha i piedi in biblioteca e gli occhi in un’altra dimensione, il suo respiro non si sente nemmeno, anche quello è nel libro che tiene in mano.
L’associazione fra “la locanda delle streghe” e la biblioteca mi sconvolge. Però dev’essere così, storie che incantano e che ti trasportano in altri tempi e luoghi fra esseri improbabili oppure terribilmente familiari ma sconosciuti. A questo punto è lecito chiedersi se il biondino fosse vittima o carnefice. Torniamo alla mia realtà: Conrad, legge un classico. Niente letteratura per piccoli ingegni che piccoli devono rimanere. Un classico pieno di parole per arricchire il vocabolario personale e di cui poter parlare con tutti senza discriminazioni legate all’età e al luogo di provenienza.

cuore_piccolo
Perché i ragazzi devono leggere una letteratura scritta solo per la loro età? Libri che non rileggeranno e di cui potranno parlare soltanto con i coetanei e solo negli anni vicini a quella lettura? Mentre noi parliamo ancora di “Moby Dick” e di Sinbad? Mio cugino, a fine pranzo natalizio, mi ha raccontato di aver rivisto i suoi compagni delle elementari, storie da libro Cuore”. Chissà se i nostri giovanotti sanno di cosa si tratta. Certo leggere “Guerra e Pace” a tredici anni è impensabile ma “Il visconte dimezzato” di Calvino o “Le metamorfosi” di Kafka potrebbero essere un buon trampolino di lancio verso letture adulte alla ricerca del mondo possibile.

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