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L’indagine sulla verità di Sisifo Re

L’indagine sulla verità di Sisifo Re

Il mito di SisifoApuleia, megalopoli del XXIII secolo. Le città si espandono e arrivano a sconfinare le une nelle altre. Il nostro mondo sembra correre verso la follia di Apuleia, una terra di delirii e incubi dove c’era un tiranno che penzola dalla forca come il Saddam irakeno nei video mostrati sui teleschermi del XX secolo.
In questa storia ci sono eserciti di demoni, stigiani e mercenari vari alle dipendenze dei figli del tiranno, spiriti infetti che bramano il potere assoluto senza sapere cosa sia.
Fra le strade pericolose si muovono due detective: Sisifo Re e il suo assistente, Oscar Orano di madre irlandese detto anche Oh-Oh. Sisifo è un investigatore formidabile, una specie di dio in terra e per questo viene assoldato da una futura vedova, Selina Corbeves perchè prevenire è meglio che curare e lei vorrebbe che l’omicidio del marito non avesse luogo durante il ricevimento per la nomina a cavaliere del lavoro con croce d’oro.

Il rovescio della medaglia è una realtà in cui Oh-Oh si rifugia per digerire il veleno della sua esistenza. Una realtà parallela che potrebbe essere la normalità del nostro secolo dove Sisifo e Orano lavorano nel dipartimento di polizia coordinati da un superiore donna molto avvenente di nome Selina Corboves.
Su entrambe le scene si muovono tutti gli stessi personaggi fra cui spiccano Dedalo, la sua compagna Ninochka, il prof. Zoro, il suo assistente e Tho.
Dedalo è un angelo caduto a cui hanno strappato le ali bello e infelice al punto da cercare altro dolore con cui sballarsi senza mai sperare di affrancarsi dalla sua eterna dannazione. Anche Sisifo Re sconta una pena eterna, quella di rincominciare a spingere la vita, sviene, cade “come corpo morto” nell’Inferno dantesco ma poi deve riprendere sempre il suo cammino.
“Lottiamo, dunque, ma per cosa? Siamo spinti verso il martirio e non sappiamo nemmeno il perchè. Cerchiamo di sfangare il quotidiano dissidio mentale che ci trasciniamo dentro, ma gli eventi, l’universo, i pianeti e gli oracoli cosmici hanno ben altro a cui pensare che non sia certo il nostro miserrimo desiderio di normalità.”
Nel XXIII secolo, Sisifo ha una faccia da pagliaccio truccata con materiale scadente che cola e sbava ma lo libera da critiche e aspettative, il Re non ha necessità di finire una frase, non ha bisogno di dilungarsi in dimostrazioni che solo i suoi pari potrebbero comprendere, un genio assoluto e dolente a cui fa da contrappeso un umano Oh-Oh, un normale essere vivente che partecipa alla degenerazione di Apuleia nell’unico modo che gli si s’addice: praticando vita e follia insieme.
Personaggi, luoghi, dettagli che testimoniano il lungo lavoro dello scrittore Cosimo Argentina, abilissimo nel salire e scendere dal monte follia per segnalarci lo scoglio verso cui la nostra nave si sta dirigendo. Ma questa è una considerazione personale, una delle tante provocata da una storia sorprendente nel suo realismo allucinato. Ogni immagine tradizionale viene puntualmente rovesciata per contraddire ogni verità e certezza conseguente. Sisifo Re fra realta e follia
Pagine piene di citazioni e creatività in un crescendo di battute e suggestioni che arricchiscono e stimolano ragionamento e fantasia. Nomi che rimandano a film, libri, immagini da fumetto avveniristico, aggettivi improbabili e imprescindibili, sfumature che rimandano ad autori come Robert Howaed e Philip Dick. Uno stile convincente, oltre alla forma originale del racconto, c’è un messaggio da continuare a snocciolare. Infatti “Le tre resurrezioni di Sisifo Re” è il primo libro della trilogia della torre. Libro edito da Meridiano Zero, difficile da etichettare e mettere in un solo scaffale. Il suo genere potrebbe essere Fantascienza, o Noir, forse Horror, … come nel sottotitolo del citato Zarathustra: “un libro per molti ma non per tutti”.
Lucia Pulpo

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