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Quando la banda passò

Quando la banda passò

picasso “Buongiorno signora bella, come sta?”
“Sto morendo bene, grazie, e la sua famiglia?”
“è un pensierino di Natale… scusi ma che intendeva dire?”
“Dalla nascita si corre incontro alla morte. Non vedo i suoi da 8 giorni ed è presto è per le vacanze…”.
“Quanta fretta! No, noi andiamo con calma. I ragazzi a casa, dormono e mia moglie sta friggendo le pettole e se le assaggia la Morte scappa ad assaggiarle altrove.”

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“La banda di s. Cecilia è passata? Non l’ho sentita”
“ Soltanto nel borgo è passata, questa è periferia quasi nuova anche se c’è Taranto due che sposta il baricentro della città.”
“Temevo di non averla sentita per via del mio cattivo udito”
“Succede, a correre troppo si suda e ci si raffredda e poi il catarro va dietro alle orecchie e si perde il piacere di vivere.”
“No, il mio non è catarro… è un liquido che si forma e mi da anche le vertigini”
“Cadremo ballando… facciamo Fandango”
“No, a cadere si fa un buco nell’acqua… ti fai male senza risolvere niente”
“Ma lei un pensiero felice, lo ha?”
“No, aspettavo d’incontrare lei per capire di essere fortunata.”
“Fortuna di che?”
“Di non aver bisogno della sua comprensione.”

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