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“Venditori di fumo” di Giuliano Pavone. Le voci di una Taranto in affanno

“Venditori di fumo” di Giuliano Pavone. Le voci di una Taranto in affanno

venditori-di-fumo-cop10 Da pochi giorni é in libreria “Venditori di fumo”, il nuovo saggio di Giuliano Pavone che racconta gli ultimi anni del “caso Ilva” corredato con la descrizione emotiva delle voci che corrono in città, per un’informazione attenta che non si limita alla ricostruzione dei fatti ma rende i lettori spettatori coscienti e attivi della tragedia che sta consumando la città dei due mari. Il saggio sarà presentato martedì 18 presso la biblioteca civica di Statte, ne parliamo con l’autore Giuliano Pavone:
“VENDITORI DI FUMO, il titolo del suo saggio cita un’intercettazione telefonica. Intendeva dire che la produzione di fumo è più pesante della produzione d’acciaio? ?
No, mi colpiva la leggerezza con cui gli intercettati scherzava no su questa tragedia. Loro si riferivano al detto “gettare fumo negli occhi” mentre la questione è una tragedia. Questo elemento di cronaca mi é sembrato particolarmente emblematico per il titolo.

Il sottotitolo recita “tutto quello che gli italiani devono sapere sul caso Ilva e Taranto”… cosa aggiunge a tutto quello che è stato già detto?
Vivo a Milano da diversi anni ma scendo a Taranto spesso. Nella città Jonica i fatti legati all’Ilva sono conosciuti non é così per il resto d’Italia. In un certo senso il libro non é per i tarantini ma per tutti gli altri che vogliono sapere cosa é successo negli ultimi due anni. I libri già scritti raccontano i precedenti e si fermano all’esplosione del caso, inoltre sono editi da case editrici pugliesi per la piazza locale. Quando ho proposto questo lavoro a case editrici nazionali mi hanno risposto che di Taranto non interessava niente a nessuno.
Ci sono ancora i margini per uscire dalla “monocottura dell’acciaio”?
Non so se ci sia ancora la possibilità ma, sicuramente, c’è la necessità. Da almeno 35 anni con l’industria siderurgica, Taranto gioca al ribasso perché si continuano a perdere vite e posti di lavoro insieme. Monocottura é una parola composta dove cultura ha un’importanza preponderante perché indica la forma menti indurito ed infissi verso l’unica uscita che ha distrutto lo spirito d’iniziativa dei b cittadini.
Dal passaggio da Riva agli indiani o ala Marcegaglia chi troverà beneficio?
Sono solo voi, però penso che come nel 1995 Riva ha comprato a prezzo fallimentare per guadagnare così gli altri penseranno ai propri interessi e non al risanamento ambientale.
“Fatto l’inganno trovata la legge” così lei scrive in stile dottor Azzecca garbo gli ma questo matrimonio s’ Adda fare…
Ho riportato anche la frase dell’allora ministro Orlando “Tutte le attività che non possono essere interrotte sono fuori legge…” il che sottolinea come la produzione sia più importante per il governo del futuro stesso della struttura siderurgica che sta andando in pezzi portandosi dietro la città.
Dove scrive il giornalista e dove interviene lo scrittore?
Ho cercato di separare l’Iva da Taranto. Il giornalista scrive la cronaca dei fatti mentre lo scrittore interviene nella descrizione dei colori e delle voci della città e nella narrazione dei suoi stati d’animo. M’interessa va dar sapere cosa sta succedendo non mi attribuisce obiettività imparziale ma sicuramente onesta intellettuale.
Lucia Pulpo
Pubblicato su AFFARITALIANI/PUGLIA, il 17 Novembre 2014

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