E’ arrivata la televisione! (scritto da Mario Pennuzzi)
2014 Una sera in pizzeria: la conversazione si accende sul mondo che cambia:
Marco: “E’ la tecnologia che cambia le cose, negli ultimi 150 anni ogni generazione è stata segnata dall’avvento di una novità nel settore della comunicazione o delle comunicazioni”
Giovanni”cioè vuoi dire che la realtà è mutata rapidamente soprattutto nella possibilità di far circolare in maniera sempre più rapida e massiccia persone e cose o nel far circolare informazioni ed idee”
Marco ” Di Più c’è una scansione continua ogni generazione si identifica con l’avvento di una novità tecnologica che ha cambiato sempre il modo di vivere e di muoversi : telegrafo – ferrovia, navi a motore , fotografia, telefono, automobili, cinema muto, aerei, radio , cinema sonoro,Tv, viaggi nello spazio, computer , telefoni cellulari, tablet”
Marco .”Si ogni generazione ha l’impressione di essere un passo più avanti di allargare gli orizzonti, di andare sempre più lontano con il proprio corpo e con la conoscenza con le idee e la comunicazione.”
Luigi “E’vero però alla fine la velocità di questi movimenti è tale da annullare il moto, non ci si muove più mentre si corre da tutte le parti”.
“Mio figlio ha un’appendice ed è l suo ipod, lo usa per studiare, leggere i giornali, scattare fotografie, ascoltare musica,vedere la tv e film, comunicare con il modo esterno. Non parlo solo delle comunicazioni e dei rapporti virtuali, di chi comunica con sconosciuti nelle chat ed nei i social network, comunica così anche con i suoi amici di sempre, con la fidanzata con la quale attraverso l’elettronica hanno stabilito una sorta di compresenza permanente.
Poi quando si vedono……..”
Marco “ma …………. io sono stato tra i primi ad usare il computer per svolgere un telelavoro, e mi piace l’ho trovato un grande strumento di democrazia che permetteva a tutti di conoscere. Ho amato molto di meno il cellulare, ma questa simbiosi attraverso l’elettronica mi sconcerta”
Qualche tavolo più in la tre ragazzi aspettano la pizza, non scambiano una parola ciascuno di loro ha davanti a se un piccolo computer e digita.
1956
Mamma Nunzia è la persona più antica che io conosca. E’una vecchietta piccola un po’ curva, con delle grandi orecchie a sventola (come me del resto) ed un sorriso – forse ironico – permanentemente sulle labbra. E’ la sorella della mia bisnonna – che non ho conosciuto.
Non penso che sia anziana : anziana è una persona che ha vissuto delle cose prima di te, antica è una persona che ricorda , come sue contemporanee cose che tu studi sui libri di scuola. Nunzia “la rizza” per via di capelli crespi, aveva già 7 anni quando all’Italia appena formata venne a Mancare l’Eroe dei due mondi. Aveva un fratello che è morto in Africa nella battaglia di Adua, il cui unico ricordo in casa è una fotografia che lo ritrae in divisa ed un portagioie intagliato in un legno nero e massiccio che aveva mandato dall’Africa.
Nunzia aveva sposato un bravo artigiano intagliatore di mobili di pregio e commerciante di ceramiche, abbastanza benestante, nei primi anni di matrimonio avevano risparmiato ogni soldo ed avevano messo da parte i soldi per acquistare una masseria con 700 tomoli di terreno, ma con il fallimento della Banca Romana avevano perso il loro gruzzoletto.
Non aveva avuto figli e a 35 anni era rimasta vedova , per tutta la vita era andata avanti gestendo nel paesino della Basilicata in cui viveva un piccolo negozio nel quale potevi trovare di tutto dal petrolio che i contadini mettevano nelle lampade che portavano in campagna , o che attaccavano la sera sotto l’asse del traino mentre rientravano (una sorta di antiche luci di posizione) alla pasta, dai detersivi ai confetti.
Non aveva avuto figli ma aveva cresciuto diversi nipoti, alcuni erano emigrati in america, uno era morto di una febbre estiva fulminante. Alla fine viveva con lei una pronipote alla quale avrebbe lasciato tutto ciò , case, negozio e campagne.
Io stesso passavo le mie estati in quel paesino presso di loro. ed era molto bello la sera sull’uscio conversare ed inventare storie che la vecchietta mi aiutava a costruire senza lasciarsi scandalizzare dalle assurdità di un bambino fantasioso.
Quella estate in casa mia – a Taranto – c’era stata una grande novità mio padre aveva acquistato la prima televisione. La TV in Italia era arrivata da poco, mio padre da uomo curioso delle novità si era affrettato a comprarne una . Era venuto un tecnico che aveva installato l’antenna ed aveva portato questo grande oggetto in legno con uno schermo in vetro, e con qualcosa che sporgeva di parecchio nella parte posteriore – il tubo catodico , mi dissero- L’oggetto poggiava su un carrello di legno laccato piuttosto alto e sotto una scatola che chiamavano stabilizzatore – con un pulsante per l’accensione. Mio padre era raggiante, mia madre pensando ai due anni di rate che avrebbero dovuto affrontare si era ribellata. Avevano litigato un po’come quella volta che mio padre , amante degli uccelli aveva dismesso i pappagallini e portato a casa un falco con l’idea di ammaestralo.
Quella volta la mamma la aveva avuta vinta questa volta la cosa era già fatta.
Così la nostra piccola casa per un po’ era diventata un centro di ritrovo per i vicini che il giovedì quando c’era Lascia o raddoppia o il sabato per il musichiere venivano (portandosi le sedie) a vedere la televisione.
Nunzia una televisione non l’aveva mai vista per cui mi chiese ” com’è somiglia al cinema?” ed io “si ma non fa solo film anche spettacoli, giornali” Liliana la nipote mi interrompe “No non dar retta a Marco è uno strumento terribile, una scatola di legno non troppo grande nella quale si muovono certi “cristiani” non più grandi di una bottiglia.”