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L’uomo dei sogni

L’uomo dei sogni

Prof e zie di Marco TarantinoL’ironia esilarante di Marco Tarantino non poteva rimanere sigillata nelle pagine del libro “Prof&zie” che l’autore ha presentato presso la “Casa del libro – Mandese” con la complicità di Vincenzo Carriero, in un tandem che ha condotto i presenti dove Realtà e sogno si fondono in un delirio “consapevole” che stare al mondo in maniera diversa è possibile.

Marco Tarantino ha scritto questo libro ma non vuole essere identificato col professore protagonista nonostante la barba e il ruolo scolastico che entrambi ricoprono.

Stiamo al gioco.

Sì, perché questa presentazione non ha nulla da spartire con le lezioni sulla Verità assoluta da rivelare agli adepti della setta. Questo è un gioco a cui i presenti sono invitati a partecipare con domande e riflessioni sulla realtà che potrebbe essere, il passato che non è ingessato come spesso si crede, e sul futuro virtuale ma non virtuoso verso cui stiamo precipitando.

I bambini prendono il gioco seriamente, e il pubblico anche, almeno considerando l’attenzione prestata.

Il protagonista al centro del racconto è un professore sulle righe, capace di stimolare i ragazzi fino a farsi correggere nelle citazioni al risveglio da un sonnellino sulla cattedra. Sì, il prof dorme a scuola e lo fa per sognare tutti i sogni del mondo.

L’autore spiega che la sua è anche una critica al sistema scolastico ma, non una demolizione del valore della formazione anche perché, sottolinea Tarantino: “in Italia ci sono molte persone per bene e in loro è riposta la speranza di un avvenire migliore”

Il titolo ha una doppia valenza quella di segnalare i protagonisti (il prof e le zie ovvero come venivano chiamate le bidelle della scuola) e demistificare l’importanza delle parole riducendole a segni d’inchiostro, basta “salvare il suffisso”.

La scelta della figura del “profeta” manifesta la critica verso la “New age delle vongole” di sapore Gibraniano (il profeta di Khalil Gibran) e il testo è pieno di citazioni e rimandi letterari fino all’immaginario iperrealista di Bolano.

I temi “sfrondati” dal professore sono tanti dalla preoccupazione demografica, all’immigrazione, al matrimonio, alla Storia raccontata dagli “impiegati del preconcetto”.

A questo intellettuale folle fa da contraltare zia Mina, la bidella plurilaureata che spesso si scontra col protagonista maschile, dimostrandogli così la sua vicinanza e, infine, prendendosi cura di questo signore  “ibernato” nel suo mondo senza tempo dove la prima guerra mondiale e i calciatori d’inizio ‘900 sono fatti e personaggi incontrati personalmente non più tardi di ieri mattina. Gli alunni del quinto anno ormai sono abituati a pensare a quest’essere umano come sempre presente dappertutto.

Tarantino ha già dato prova del suo talento nei precedenti lavori letterari e siccome, per sua ammissione, si annoia a ripetere gli stessi percorsi, si è voluto cimentare in una sfida stilistica del tutto nuova per lui: raccontare le storie tramite i dialoghi riducendo al massimo lo spazio d’intervento del narratore.

Inoltre, lo scrittore dichiara che: “chi scrive onestamente lo fa principalmente per sé stesso, perché ha voglia e bisogno di scrivere quella storia, poi se viene apprezzata anche dagli altri è magnifico”, così Prof&zie non si rivolge espressamente ai ragazzi o agli insegnanti, ma è un libro pieno di contenuti e parole da meditare ed interpretare con cui giocare e re-impostare perché “il lettore diventa padre del libro” che Tarantino ha messo al mondo.

 

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