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Gabriel Garcia Marquez… per sempre grazie

Gabriel Garcia Marquez… per sempre grazie

0 . 0 . 0 . 0 . 0 . 1 . 1 1 marquez“Nemmeno nel più delirante dei miei sogni ai tempi in cui scrivevo Cent’anni di solitudine immaginai di poterne vedere un’edizione da un milione di copie. Pensare che un milione di persone potesse decidere di leggere qualcosa scritto nella solitudine di una stanza, con 28 lettere dell’alfabeto e due dita come intero arsenale, sembrava evidentemente una follia. Oggi le Accademie della Lingua lo fanno come gesto nei confronti di un romanzo che è passato sotto gli occhi di cinquanta volte un milione di lettori e nei confronti di un artigiano come me, che non si è ancora ripreso dalla sorpresa per tutto ciò che è accaduto.”

Così Gabriel Garcìa Màrquez diceva nel discorso di apertura del IV Congresso  internazionale della Lingua tenutosi al Centro Congressi di Cartagena (Colombia) il 26 marzo del 2007. Il grande scrittore appassionato della vita che usava le parole per alimentare l’energia della vita stessa con una maestria potente che non ha lasciato indifferente chiunque si sia fermato ad ascoltarlo.

Il premio Nobel per la letteratura, Gabriel Garcìa Màrquez è morto giovedi 17 aprile, verso mezzogiorno, nella sua casa di Città del Messico a seguito di una polmonite.Colombiano di nascita, nell’ultima parte della sua esistenza aveva eletto il Messico a sua residenza.

In Messico sono stati proclamati tre giorni di lutto mentre il presidente colombiano riferendosi a “Gabo” ha ricordato che “I giganti non muoiono mai”.

Questo “artigiano” della scrittura ha regalato al mondo la magia della realtà che vive nei suoi racconti, siano romanzi, articoli o testi teatrali, non è nemmeno giusto tentare di definirli perché il genio va oltre ogni comprensione razionale. Le sue pagine vivono e il lettore non può fare altro che tuffarsi in questa vita che si riproduce anche attraverso lui. Cent’anni di solitudine, L’amore ai tempi del colera, Sull’amore e altri demoni,  Memoria delle mie puttane tristi, Cronaca di una morte annunciata, La mala ora, Gente di Bogotà e tantissimi altri.

Aveva 87 anni e scriveva da quando ne aveva 17, è stato il più grande scrittore in lingua spagnola dei nostri anni e la solitudine che ha sconfitto con la sua penna sembra tornare a passeggiare per le strade del mondo ma è soltanto uno spettro da cui difendersi aprendo i libri di Marquez e lasciando germogliare la vita che vi è piantata dentro.

Per sempre grazie per quel che hai messo dentro le parole.

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