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Il movimento culturale nella Taranto umanista e rinascimentale

Il movimento culturale nella Taranto umanista e rinascimentale

 prrrrrrrrrrrrrrCon la luna piena prendono luce anche i fantasmi che corrono lungo la ringhiera nel Borgo antico di Taranto.

Dicono sia un capitano, Capitan Bizzarro, che fa baccano e cerca la moglie Terigia, nascosta dal servo Mauriziocon la complicità di una ruffiana di nome Nafissa.

Dove sia realmente finita la signora ed il vizioso capitano… non è dato di sapere perché la loro commedia è rimasta sommersa dalla polvere e celata sotto altri tomi antichi nelle sotterranee segrete di biblioteche anguste.

Il testo fu pubblicato a Venezia nel 1551, per volere di Agostino Bindoni, e fu rappresentato a Taranto nella casa del Sig. Troilo, ma del suo autore Secondo Tarantino, nulla, o quasi,è dato di sapere, a parte che fu considerato uomo di costumi depravati (lui o il suo personaggio “Bizzarro”?).

La Commedia de”Il capitan Bizzarro” è un’opera conservata in alcune Biblioteche (fra cui la comunale “P. Acclavio” di Taranto) insieme ad un’altra opera dello stesso autore “Bradamante gelosa” ma i testi non sono stati oggetti di studi malgrado siano citati nella Bibliografia Italiana scritta da Haym nel 1803, nella Storia antica de’ teatri antichi e moderni scritta da Signorelli nel 1788 e sopratutto nella Biblioteca napoletana et uomini illustri scritta da Toffi nel 1678 dove del nostro autore sono riportate altre commedie: L’ingelosite speranze, commedia per Ettorre Cicconio del 1551, La finta zingara commedia in Bologna per Giacomo Monti del 1551.

Forse, le date corrispondono a quella della pubblicazione e non della effettiva stesura ma rivelano l’esistenza di un commediografo tarantino appartenente al movimento importante ma pochissimo studiato dell’Umanesimo Pugliese.

Nel periodo umanistico-rinascimentale c’era un fermento culturale che ha coinvolto anche i nostri avi. Ulteriore prova di questo è il De Antiquitate et varia Tarentinorum Fortuna,di Giovan Giovine pubblicata nel 1589.

Giovan Giovine che nel palazzo D’Aquino, fondò l’Accademia degli Audaci con un’altra intellettuale del tempo Cataldo Antonio Mannarino, autore di Gloria di guerrieri e d’amanti in nuova impresa nella città di Taranto, poema eroico edito nel 1596.

L’opera di Giovan Giovane è stata recentemente ripresa e dettagliatamente studiata da tre professori: Gaetana Abruzzese, Adolfo Mele e Francesca Poretti che sotto la guida dell’esimio studioso Cosimo Damiano Fonseca, hanno preparato una ristampa arrochita da numerose note per la biblioteca “P. Acclavio”.

Bene, speriamo però che presto il movimento culturale di Taranto e della Puglia nel periodo XV-XVI sec. d. C. sia messo al centro dell’attenzione, perché si prenda coscienza che la Puglia non è e non è stata mai periferia della civiltà ma parte attiva e vitale.

 

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