Chicco ghiacciato
Ti parlo di un’altalena posta nel cortile dei tuoi sogni segreti.
Nascosta al sicuro da ogni possibile presenza ed immaginazione.
Ho iniziato a spingere quell’altalena un giorno che ero stufa di vederla ferma e silenziosa come silenzioso e fermo era il cortile dove c’era sempre la stessa luce e mai vento.
L’altalena ha iniziato a venirmi addosso e colpirmi ma meglio così e non quell’atmosfera soffocante d’oltretomba.
Tempo dopo era arrivato del dolore da fuori e mi aveva colpito a morte così che smisi di spingere l’altalena e fermare i miei respiri per bloccare il dolore che con loro entrava nel mio atrio.
In un certo senso ci ero riuscita al punto da uscire per strada senza guanti e non sentire freddo malgrado la temperatura bassa e la neve.
Già la neve… non ne avevo mai vista tanta e forse il mio corpo non sapeva di dover sentire freddo. Non sentivo freddo. Questo mi spaventò, tanto da correre nell’atrio a spingere freneticamente altalena per sentirne il rumore ed accertarmi di non essere morta.
Fuori nevicava ancora. Soffice luce condensata in un chicco di acqua, era così bella da riuscire a farmi sentire il freddo. Ancora adesso in cima alle mie lune bizzarre allungo la mano per prendere quel chicco e poi cadere precipitosamente, ma cadrei comunque senza la certezza di quel sorriso di vita.