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Se una notte d’inverno un… telespettatore

Se una notte d’inverno un… telespettatore

Domenica sera si avvera un sogno che furtivamente è passato dal musical di “Saremo famosi” alla fame di essere qualcuno con cuochi pronti a cucinare l’anima dei clienti per servirgliela in format televisivi sempre più sformati…

Inizia direttamente col protagonista, un giovane uomo che mette sulla scrivania della sua camera un libro. Egli seduto scompostamente con la luce che fa brillare l’inchiostro come se le parole fossero stelle del firmamento.

Dopo vari tentativi di allungare le gambe senza spostare la carta dal piano di sostegno, finalmente si avvia nella letture della prima riga della prima pagina. Lo scrittore si rivolge direttamente al lettore ma la sua voce si confonde con quella ad alto volume proveniente dal televisore della stanza di fronte e di fronte al quale è seduto suo padre leggermente sordo. Ma quando i figli non lavorano e tocca ai genitori pagargli le bollette, almeno la durezza di orecchi dev’essere tollerata.

Il giovane stizzito si alza per chiudere la porta ma viene attratto dalla voce nello schermo perché parla di libri che qualcuno sta per leggere, libri non ancora finiti ma destinati alla gloria dei secoli.

Tanto si concentra a guardare lo schermo che ci finisce dentro e allora si siede tranquillamente fra il pubblico fin quando scorge tra gli aspiranti scrittori uno con le sue fattezze, anzi è proprio lui con gli stessi abiti indosso, e sicuramente sta scrivendo il libro che aveva poggiato sula scrivania.

Allora, con un guizzo da arsenio Lupin, gli prende il libro dalle mani per continuare a leggere la pagina che aveva iniziato.

Il format televisivo è Masterpiece, condotto in seconda serata  da Massimo Coppola con, tra i giudici, Giancarlo De Cataldo.

Su questo nuovo talent show, Giancarlo Liviano D’Arcangelo, redattore di Nuovi Argomenti (rivista letteraria fondata da Alberto Carocci e Alberto Moravia nel 1953), giudica che: “Masterpiece è un tentativo di dare linfa a un mercato asfittico, ma è del tutto ovvio che nessun testo men che meno interessante potrà uscirne. I criteri di valutazione mostrati, dovranno essere giocoforza tutti i luoghi comuni sull’arte e sulla creatività, sul ritmo, sulla trama, sui personaggi. Non ne vedrò un minuto, la sola idea che esista è svilente per chi ha rigore nel suo lavoro di scrittura. La finalità: pubblicazione Bompiani con 100 copie di tiratura, è già una dichiarazione di medierà.”

P.S. Certo è che i lettori sono pochi mentre gli aspiranti scrittori …

Il nostro protagonista, avendo conquistato la lettura del libro arriva alla quarta riga: “Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: No, non voglio vedere la televisione! Alza la voce, se no non ti sentono:Sto leggendo! Non voglio essere disturbato! Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino! O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.” (Se una notte d’inverno un viaggiatore, Italo Calvino).

 

Pubblicato su COSMOPOLIS il 17/11/2013

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