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Considerazioni di… Mario Pennuzzi

Considerazioni di… Mario Pennuzzi

Poche pagine magistrali per un grande tema : il senso della politica, questa la domanda che si pone della grande pensatrice francese, morta nel1943 a soli 34 anni. Militante della sinistra rivoluzionaria, mistica, in queste poche pagine recentemente ristampate da Calstelvecchi pone una domanda fondamentale ed oggi di una attualità sconvolgente : la democrazia è un bene?, è un bene in se? I partiti politici che ruolo hanno nella realizzazione della democrazia? Nel mondo greco l’arte della politica – si veda per esempioo ‘Etica Nicomachea’ e soprattutto la ‘Politica’ di Aristotele – era considerata la naturale prosecuzione della morale. Ogni stato, ogni organizzazione ogni forma di governo avevano realtà in quanto si costituivano per il raggiungimento di un bene. In seguito l’atteggiamento verso la cultura e la politica è profondamente cambiato, la politica è divenuta l’esercizio di un potere che occorre conquistare e conservare “simula e dissimula” consigliava il cardinale Mazzarino a coloro che aspiravano ad esercitare un ruolo politico.

Ma quando l’esercizio del potere avviene attraverso la volontà della maggioranza – questo è un bene? La risposta che la Weil da a questa domanda è no, non è ancora un bene – il  bene è un insieme di valori, una idea della giustizia unica ed indiscutibile sempre valida. Ad essa gli uomini tutti convergono, quando hanno hanno un atteggiamento razionale. L’ingiustizia ed il crimine hanno diverse forme perché sono espressioni delle diverse passioni se la democrazia è rivolta e serve alla costruzione del bene è anch’essa un bene altrimenti no. Se una maggioranza democratica scegliesse di aprire campi di concentramento e di sterminio non sarebbe un bene. Ma anche questo è accaduto: Hitler salì al potere vincendo le elezioni ed il fascismo italiano fu un regime reazionario di massa. Già Alexis De Toqueville aveva parlato di dittatura delle maggioranze.

Certo proprio per la unicità del bene è più facile che le maggioranze si rivolgano al bene che all’ingiustizia, perché vengono ad elidersi molte delle diverse irrazionalità,e c’è una naturale convergenza sul bene unico. Ma i partiti politici agevolano questa possibilità? La risposta della Weil è no, perché nella natura dei partiti vi è la costruzione delle passioni collettive. I partiti sono costruiti in modo da da esercitare una pressione politica sul pensiero di ciascuno dei suoi membri. Compito del partito è accrescere se stesso senza alcun limite.

Di MARIO PENNUZZI

Pubblicato suCOSMOPOLISMEDIA.IT, il 5/6/2013

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