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Episcopius e la Ta…rovana per la capitale europea 2019

Episcopius e la Ta…rovana per la capitale europea 2019

 

Di Mario Pennuzzi

Quando si è deciso di candidare Taranto a capitale della cultura europea per il 2019, il  sindaco di Bari Emiliano, che di questa proposta è uno degli alfieri, ha sottolineato come  nella candidatura vi fosse rappresentata tutta la Puglia, con la sua cultura, con la sua storia, con le sue tradizioni, con i suoi monumenti, con il suo paesaggio, insomma con la  sua bellezza.

E’ difficile ,infatti immaginare una terra più versatile della Puglia per varietà e quantità di  ricchezza , di una storia che nasce nel mito, quello dell’ Iliade per i popoli della Daunia,  quello di Nettuno divinità marina , il cui figlio si narra essere stato fondatore di Taranto, fino  ai nostri giorni, drammatici per tanti aspetti, ma che ancora conservano, e possono sviluppare quella naturale antica bellezza.

Noi in questa bellezza crediamo e siamo orgogliosi della nostra cultura, che pur con  accenti specifici che sono solo nostri, di noi pugliesi, è la grande cultura del Mediterraneo,  ovvero del crocevia ,il punto di incontro tra il nord dell’Europa ed il sud del mondo, tra
la ricchezza e la povertà, ed ancora tra l’occidente e l’oriente, tra la Cristianità e l’Islam, tra le religioni monoteiste e la laicità postmoderna.

In questo quadro l’incontro che la biblioteca di Statte propone per il 19 giugno, con l’aiuto  di tanti, ma soprattutto impreziosita dalla presenza del vescovo di Taranto, non è soltanto  un ulteriore incontro con l’autore,teso a presentare un’opera letteraria, ma soprattutto è una tappa della “Carovana per la cultura” che rientra tra le iniziative per “Taranto Capitale  della cultura”, con l’idea precisa di favorire la nascita di un circuito culturale integrato che valorizzi al massimo le risorse della nostra terra.

La Cattedrale di Troia che nel medioevo fu una ambita sede vescovile è uno scrigno  d’arte, per anni le banconote italiane hanno rappresentato il suo rosone,ma soprattutto  papa Benedetto XVI dedicò al suo straordinario pulpito importanti parole nel corso di una letio magistralis tenuta in Canada. Ma ecco di seguito come descrive il volume il dott.  Giovanni Aquilino conosciuto a Taranto soprattutto per essere stato dirigente dei servizi  sociali, che sarà tra i relatori della serata: Episcopius troianus – Il taccuino di Troia”,  Gelsorosso Editore Bari, 2012 è l’opera prima di Antonio V. Gelormini, esperto operatore turistico con trascorsi di rilievo in prestigiose Holding internazionali del settore.

L’agile e raffinato volumetto racconta “il Palazzo Vescovile di Troia, nella percezione  stessa di soggetto episcopale, attraverso le sue vicissitudini e quelle dei Vescovi che  l’hanno abitato”, ma è anche molto di più. La pubblicazione, infatti, se da un lato può  essere considerata come una guida puntuale e completa di quanto di artistico e di culturalmente considerevole raccolgono e conservano le antiche sale dell’Episcopio troiano, dall’altro è un’opera letteraria in senso stretto.

Insomma, la pubblicazione rappresenta nel suo specifico una vera novità. Attraverso un  artificio letterario, un racconto breve (un classico letterario tornato prepotentemente di moda), l’autore riesce a descrivere ed elencare le opere d’arte e il valore architettonico e storico del monumentale Palazzo d’impronta vanvitelliana.

In altre parole, una guida che intriga il lettore-visitatore attraverso il dipanarsi di una trama di fantasia, sostenuta da solidi riferimenti storici, che espone, con dovizia di particolari, le
bellezze che esso conserva e le evoluzioni architettoniche intervenute nel corso dei secoli.

Gelormini ha saputo condensare in questo testo tutte le informazioni che un visitatore dovrebbe sapere, intessendole con una cifra emotiva efficace e coinvolgente.

Lo stile letterario di Antonio V. Gelormini è piacevole e modernissimo. Il testo, in alcuni tratti, sembra una sorta di ipertesto con tantissime informazioni di connessione (link), che rinviano a molte altre suggestioni e conoscenze storico-artistiche, utili a contestualizzare le opere ed i personaggi nei rispettivi periodi storici.

Tuttavia il racconto-viaggio di Kaspar jr. Van Wittel, così si chiama il “novello Virgilio”  protagonista della storia, si svolge seguendo una sintassi familiare, una forma di “cunto”  dei giorni nostri, ricco di incisi e sottintesi, che vanno ben oltre le pagine del racconto-

guida. Credo che Antonio V. Gelormini con questo volume, curato in ogni particolare, edito dalla  giovane Casa Editrice Gelsorosso, raffinato nella grafica, ed elegante nei retini e nelle  illustrazioni, potrebbe aprire un genere del tutto particolare: quello dei racconti brevi, che guidano alla scoperta di un monumento.

In conclusione, il libro di Antonio V. Gelormini arricchisce, senza dubbio, il corredo di pubblicazioni di livello, che parlano del patrimonio culturale storico ed artistico del Distretto  Culturale Daunia Vetus. L’auspicio è che sia solo l’inizio di una lunga serie di pubblicazioni,  che possano viaggiare oltre i confini dell’interesse locale, per giungere all’attenzione di  visitatori e appassionati in cerca di cose belle, rare e poco conosciute. Non a caso si  sostiene, e non possiamo che dirci d’accordo, che è sempre la buona letteratura a fare la mitologa dei luoghi.

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