Intervento di DOMENICO SELLITTI
E ci risiamo. Anche quest’anno le eterne decisioni, i pro e i contro, gli aderenti e non al salone (o meglio fiera) del Libro di Torino, servono su un piatto d’argento, occasione per riaprire le lancinanti ferite che scoprono nervi pulsanti nel corpo tremante della Letteratura.
Il tema dominante del salone: la PRIMAVERA DIGITALE. LA VITA IN RETE. E’ un dato di fatto: il mondo dell’editoria sta mutando. Complice la rete: consente a chiunque di collegarsi al resto del mondo. E allora, perché non far navigare in questo mare anche l’informazione e l’editoria?
Leggendo tra le righe sembra la morte annunciata del libro tradizionale, stampato su nostalgica carta frusciante, e dell’editoria tradizionale. Con particolare riferimento a quella squisitamente locale, di nicchia, senza farla tanto lunga: quella di piccola e media distribuzione.
Computer ultrasottili, tablet, smartphone, e-reader e tutti quegli strumenti utili alla lettura rinnovata attraverso schermi digitali sempre più piccoli e maneggevoli saranno il sacello che rinchiuderà per sempre il corpus librorum che cesserà, in tal guisa, di affollare scaffali, librerie, fiere e saloni del libro?
A prescindere dall’innegabile futuro roseo per l’e-book ed al fatto che l’editoria debba necessariamente adeguarsi alle esigenze dell’informatizzazione e della messa in rete di qualunque cosa, se il progetto può essere valido per l’informazione e la diffusione in tempo reale delle notizie, per la letteratura è altra cosa.
Gli autori dal fiato corto, quelli che stentato ad emergere per l’accalcarsi sul mercato di tanti scrittori che annaspano tra i pochi lettori…. solo in questa piccola e media editoria trovano oggi una nicchia in cui respirare tranquillamente, magari nell?attesa del lancio definitivo nel mondo dell’editoria consumistica. Sarebbe assurdo negare quindi gli onori della stampa alle future penne della letteratura.
Attenzione, parlo di Letteratura. Quindi a priori scarto, vogliatemi pure male, Tutta quella finta editoria regalata al print-on-demand, che l’evoluzione ha voluto che fosse neologismizzata in selfpublishing. In realtà un?indiscriminata formula in cui non è previsto ne vaglio ne verifica di bontà stilistica o letteraria, basata unicamente sulle risorse economiche degli autori che si autoproclamano scrittori!
Anche quest’anno ho ricevuto il mio bell’invito per partecipare alla Fiera del libro. Non andrò. Con la stessa risorsa economica richiesta perché questo è la Fiera: un esborso a esclusivo vantaggio degli organizzatori, mai a favore degli autori e degli editori – ho deciso di finanziare una nuovissima collana di poesia e narrativa breve.
Meglio lanciare che essere lanciati allo sbaraglio, in una sarabanda inutile e vanesia, tra miriadi di variopinti volumi ben allineati, ma spesso mal congegnati.
Una considerazione finale: la carta stampata non andrà certo in pensione, per ora almeno.
Domenico Sellitti
Direttore editoriale di Edit@