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Intervista al prof. Stefano Cristante

Intervista al prof. Stefano Cristante

A Luglio è uscito il libro: Anima lunga, scritto dal prof. Stefano Cristante che insegna Sociologia dei processi culturali e comunicativi, presso l’Università del Salento. La vita ha sapori e significati diversi e questo libro offre un punto di vista insolito ed interessante. Come ci spiega l’autore:

Un professore di sociologia e comunicazione che scrive “Inno alla Solitudine”, perché?

La poesia non è sociologia. La percezione soggettiva della solitudine non coincide con quella “sociale”. Mentre nel secondo caso la solitudine è una pratica faticosa e disagevole, ne ”Inno alla solitudine” parlo di un bisogno naturale, di un ritorno all’innocenza per rafforzare e fortificare la vita stessa.

Scrive “Musiche”, e la musica è un motivo ricorrente nella sua opera, la musica arriva nell’anima prima delle parole o ne spiega meglio il significato?

Parlo di musica come ascolto. Sono ancora ammaliato dalla voce e dalla fonetica di Carmelo Bene, dunque il suono, la voce, lo stato dell’anima investita dal sonoro, l’attenzione e il predisporsi a recepire. Mi piacciono tutte le arti che attraggono e colpiscono la concentrazione.

Elogia Barcellona ma, in “Torero” sembra piuttosto critico con la Corrida…

Sì sono stato spesso in Spagna per lavoro e per altro ma non ho mai assistito ad una Corrida. Ho scritto “Torero” ma fa parte delle vite precedenti improbabili. Non andrò mai a vedere uno spettacolo crudele come quello, anche se molti grandi, ne hanno parlato come fenomeno ancestrale dell’uomo che combatte il male… è un atto di violenza estrema dove il toro viene sfinito prima d’entrare nell’arena così la lotta che segue col torero è impari. Una morte atroce ed uno sfoggio di violenza bestiale.

Il tempo è la dimensione dell’anima, ma la sua anima sciamanica non vuole limiti dunque aspira all’immortalità?

Chi scrive si relaziona col tempo per infrangerne i limiti. Si spera che la propria opera sia letta anche da gente lontana, in luoghi e tempi diversi. Io scrivo poesia da tanto, da prima di intraprendere la carriera accademica, infatti alcune di “Anima lunga” sono rielaborazioni di scritti precedenti, un modo per espandere l’anima malgrado il mio essere mortale.

Il libro è dedicato ad Andrea di cui è riportata la data di morte, un modo per sospendere il dolore?

Andrea era un cugino che non ho mai conosciuto. È morto giovane a causa di un incidente. Questo è il fatto che più mi ha colpito e siccome le poesie di questa raccolta sono state scritte in quel periodo mi è sembrato giusto dedicarle a lui anche perché il componimento finale è un inno alla giovinezza e quindi particolarmente significativo rivolgerlo a lui che non ha potuto diventare maturo e vecchio.

Lei è presidente del corso di “Scienze della Comunicazione”, la BoxTV è un seminario 2.0 del suo corso?

Due anni fa sono diventato presidente del corso (Scienze della Comunicazione), da allora abbiamo organizzato diversi laboratori, convegni e BOXtv è una web TV universitaria per avvicinare i ragazzi al mondo della comunicazione non solo all’interno dei classici circuiti accademici.

Lei è passato dal Nord al Sud, cosa ne pensa lei della nostra terra è un’opportunità di crescita o è il vagone a rimorchio dell’Italia?

Sono nato e cresciuto al Nord, poi ho vissuto 20 anni a Roma ed ora sono qui e sono contento della scelta. Il Sud ha una notevole dote di bellezza, bisogna coniugarla con i servizi. Ci vorrebbe la bacchetta magica ma nessuno l’ha… servono progetti perché essendo rimasto indietro il Sud ha possibilità maggiori di crescita e prosperità.

Pubblicata su affaritaliani.it il 3/11/2012

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