EU Cookie Law

Il segno delle idee

Il mio spazio creativo

“Terramare”, l’isola vecchia negli scatti di Aminta Pierri

“Terramare”, l’isola vecchia negli scatti di Aminta Pierri

Il prossimo mercoledì sera(22 Agosto), la città vecchia riemergerà dal suo isolamento con le performance artistiche di talentuosi e degli spettatori che berranno il “ciccone eleusino” offerto loro per animare e realizzare “L’isola che vogliamo”. Partecipare significa anche aprirsi all’isola ed ai suoi abitanti tutti, anche quelli virtuali come i turisti occasionali. Questo farà Calogero Cangialosi aprendo le porte della sua abitazione per una mostra fotografica. L’esposizione durerà una sola sera dalle 19,00 alle 23,00, in piazzetta san Francesco, proprio di fronte ala caserma Rossarol. Questa abitazione si snoda su due piani con due terrazze, queste faranno da location a “Terramare” di Aminta Pierri. La mostra fotografica che raccoglie in se tante esperienze e tani vissuti ma sopratutto tante speranze nella rinascita della vita in questo angolo di mondo.

Aminta, sei un’appassionata di fotografia, a Marzo hai ottenuto una menzione speciale ne “I tesori dell’isola”. Quando è iniziato il tuo percorso artistico?

Da piccola mi piacevano le fotografie scattate da papà. Da allora non ho più smesso di guardare, riguardare, scattare. Attualmente sto frequentando la scuola di Roma, ho già superato il primo e il secondo livello, anzi questa mostra nasce dal reportage che ho fatto per l’esame finale del II livello.

Terramare” cos’è? Foto scattate in città?

Nasce dai disegni, poesie ed autoritratti fatti dai bambini dell’isola per la mostra scolastica “Taranto immaginifica” del 1983. Al tempo mia mamma insegnava in una scuola elementare di qui, curò l’esposizione e ne conservò i “manufatti”. Io sono cresciuta guardando questi lavori ed ascoltando le storie dei bambini che li avevano prodotti. In mostra con le mie foto ci sono anche questi documenti di vita vissuta qui e di vita immaginata a partire dalla realtà di Taranto vecchia 1983.

Le tue foto e la loro immaginazione?

Prima di tutto non ci sono soltanto mie foto ma anche 21 scatti fatti da 3 bambini che ho conosciuto mentre giravo per i vicoli. Volevano fotografare anche loro così gli ho comperato tre macchine “usa e getta” e loro si sono sbizzarriti ad immortalare la “loro” terra, poi mi hanno ridato le scatole con i rullini… ci saranno anche le loro inquadrature. L’isola è degradata a causa dell’abbandono in cui versa. Come se fosse lentamente sprofondata sott’acqua e ne fosse rimasto un relitto prezioso ma altrettanto silenzioso e desolato. Le mie foto testimoniano anche “fisicamente” questa deriva sottomarina sono come scattate da sotto il livello del mare e guardano lì dove guardavano i bambini del’83.

Fotografie dal fondo del mare? Cosa significa?

Alcune sono volutamente un po’ sfocate, altre le ho bagnate nell’acqua del mare e ricoperte, in parte, di sabbia. La sabbia è rimasta anche dopo averle asciugate.

Dunque sono un po’ sgualcite?

Sì, come la città che vedo e che amo, malgrado le sue imperfezioni.

Pensi che basti la denuncia del degrado?

In alcuni di questi disegni coloratissimi si vedono le ciminiere dell’Ilva. I problemi ci sono e vengono da lontano ma non mi piace focalizzare l’attenzione lì. Ultimamente non si parla d’altro e questo è demoralizzante. Si finisce col buttare a mare tutta la bellezza e la vita che questa città ha dato e potrebbe offrire ancora.

Quest’intervista (scritta da Lucia Pulpo) pubblicata su CosmoPolis del 20 Agosto, è stata ampiamente citata nell’articolo “La mostra di Aminta Pierri: La città che vedo e che amo”, apparso sul Corriere del giorno, scritta daR.S., Sabato 25 Agoso, pagina 21.

6 Comments on "“Terramare”, l’isola vecchia negli scatti di Aminta Pierri"

    Commento,please?e cosa dire?mi mancano le parole e allora in modo semplice diro’ grazie a te, Lucia, perche’ mi rendi partecipe di tutto cio’ che non si vede o non si dice a chiare lettere su Taranto…su tutto quello che non e’ urlato, ma che avrebbe la forza, il coraggio e la tenacia di farlo…su tutto quel sommerso che ha un’anima trasparente e pura!Intervista impeccabile, grazie!

    Probabilmente non merito tante belle parole ma il passaggio sull’anima sommersa di Taranto è bellisssimo!!!!!!!!!!!

    Eh si, leggendo interviste come queste si vedono anche “immagini” di una città diversa, non solo ciminiere, diossina e sfruttamento… sicuramente questa città meriterebbe più rispetto … anche da parte dei suoi abitanti. meno male che ci sono persone come te che si impegnano a svelarne anche i lati positivi e ” la vita che questa città potrebbe dare ancora”!!!!

    Ciao

    Aminta Ferri fa bene a sorvolare il problema legato all’inquinamento dell’Ilva. Bisogna dare spazio a tutto ciò colora la nostra città. Quindi basta “col buttare a mare tutta la bellezza e la vita che Taranto ha dato e potrebbe offrire ancora”…Brava,Lucì!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*

CAPTCHA: Completa l\'operazione sottostante *