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La casa degli audaci

La casa degli audaci

Il libro è un biglietto verso la conoscenza di tutti i mondi grandi e piccoli contenuti nel nostro cosmo e che, nello stesso tempo, lo contengono.

Infatti, una casa ricca e potente, abitata da intelletti grandi e di grandi vedute, la casa di tutte le case possibili, custodisce una biblioteca enorme, segno distintivo della nobiltà d’animo di chi vive in quel luogo.

Naturalmente parliamo di proprietà private, di singoli elementi o di famiglie con un unico albero genealogico.

Se una tale biblioteca fosse pubblica significherebbe che tutta la città in cui alloggia è una città gloriosa nei sentimenti e per i principi che l’hanno portata a curare un tesoro fatto di carta e sapere.

La biblioteca civica di Taranto, dedicata a Pietro Acclavio, vanta un patrimonio librario di oltre 10000 volumi cartacei a cui si aggiungono documenti manoscritti, cartine geografiche e nautiche, lettere, copie cartacee delle riviste storiche della città e perfino un microfilm dove sono raccolte tutte le copie pubblicate de La voce del popolo.

La biblioteca è anche emeroteca con postazioni internet per affacciarsi ancora ad altri libri e conoscenze. Si potrebbe dedurre che Taranto sia o sia stata “l’ombelico del mondo”… ma affermare questo sarebbe oltremodo azzardato.

Tuttavia scartabellando fra i testi del Fondo regionale, si scoprono preziosi volumi risalenti al Xv sec. E via fino ai giorni nostri. Ad esempio si trova il De Antiquitate et varia Tarentinorum fortuna scritto nel 1589 da Giovan Giovane, esperto professore di lettere latine e greche che fondò, a Taranto, l’Accademia degli audaci insieme al poeta e medico Cataldantonio Mannarino, di cui è conservata l’opera Glorie di guerrieri ed amanti. Questi volumi oltre ad essere interessanti per le notizie storiche che contengono, danno prova del movimento culturale che c’era nella nostra città. La rinascita dell’Accademia tarantina si deve a Nicolò Tommaso D’Aquino che già apparteneva alla più famosa Accademia dell’Arcadia di Roma col nome illuminante di Ebalio.

Oltre ai testi politico-militari e religiosi, presso l’Acclavio si trovano i libri pubblicati, i testi inediti di discorsi, i volantini, i manifesti e perfino le fotografie ereditate da Cataldo e Francesco Nitti, due intelletti importanti nella storia d’Italia e perfino nel sogno dell’Europa.

Così siamo passati dal libro della storia della città, alla città contenuta nella storia di un libro… basta leggerlo!

Pubblicato su CosmoPolis (www.cosmopolismedia.it) in CULTURA, il 13/5/2012

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