Lo sbuffo d’un ombra
Ogni volta esplodo per lo sbuffo d’un ombra che s’insinua fra i sassi che calpesto.
Così sembro sempre io quella visionaria con i nevi tesi.
Ma se arrivo a scrutare i sassi per terra è perché mi hai tolto il cielo e le stelle… cosa dovrei guardare? Mi condanni a seguire le ombre, così le esamino ed entro in confidenza con loro, fino a sentirne il respiro sul collo, e provarne un brivido di freddo.
Quando ho freddo tremo e poi salto, per scaldarmi, e mi innervosisco, mi arrabbio anche con la mia ombra, perché anche lei sbuffa. E tu dai la colpa a me.
Non devo dimostrarti nulla. Vuoi la ragione? Tientela, lei non me.
A me spiace che la mia vita vada sempre così a rotoli. Ci metto l’anima per concludere qualcosa di buono… inutile, ora sarà meglio aprire la finestra per far entrare un po’ di luce, e speriamo di riuscire a vedere qualcos’altro.
4 Comments on "Lo sbuffo d’un ombra"
Cara Lucia,
sei stata eccezionale in questa tua nuova poetica creazione,
zio Valerio.
Spero che chi ha provocato qusto “stato d’animo” capisca…
cara sorella, supera queste ombre e guarda oltre chi ti ignora o ti lascia nel limbo…leggi Bjorg Larson, oltre la liberta’ e altri suoi libri e scrivi a Gabriella Simoni, giornalista di Rete Quattro, e’ una giornalista che ho conosciuto ieri e che e’ molto aperta a leggere nuovi prodotti e nuovi stili!un abbraccio tua Antilla
Grazie sorella,
il fatto è che alla fine l’ombra è quella che proietto io per terra e calpesto come stessi calpestando me e forse quello sbuffo sono io che lo faccio senza accorgermi di allontanarmi e separarmi o dissociarmi da me stessa… che casino!