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Ridevamo come pazze

Ridevamo come pazze

Sabato, 25 Febbraio, l’autrice Luisella Vèroli ha presentato a Taranto il suo libro su Alda Merini: Ridevamo come matte. La professoressa è la biografa scelta dalla stessa Merini della cui vita ha scritto nel libro precedenti: Reato di vita. La serata è stata allietata dalle letture di alcune poesie della Merini lette sulle note musicali del maestro Vincenzo Zeppa.

Angelo Carrieri, che ha introdotto l’autrice, ha subito manifestato la sua iniziale titubanza temendo di trovarsi di fronte all’ennesimo libro biografico sulla vulcanica poetessa milanese, invece no, l’ultimo lavoro della Vèroli raccoglie gli incontri e le conversazioni personali avute con l’amica autorevole, un libro scoppiettante e gioioso tramite il quale lei stessa è riuscita a rielaborare il lutto per la perdita della sua “consulente particolare”. Si erano incontrate a Milano al ritorno della Merini nella sua città dopo l’esperienza tarantina, la poetessa molto conosciuta nel suo quartiere dove distribuiva le poesie che scriveva fu subito il punto di riferimento per un gruppo d’insegnanti che cercavano, nella stessa zona, la sede per la propria associazione culturale di donne, Meleusine, dal nome della fata albanese. Donna Alda aderì con piacere all’iniziativa perché voleva liberare le donne dalla prigione che per lei era stata il manicomio e per altre era il matrimonio. Eppure lei era stata felicemente sposata, per sua stessa ammissione aveva trascorso a Taranto i giorni più belli della sua vita.

Qui fu la sposa di Michele Pierri, chirurgo e grande poeta meno giovane di lei. I due si conobbero tramite il letterato tarantino Spagnoletti e poi a distanza di tempo iniziarono una intensa scambio di corrispondenza sopratutto di telefonate come ha sottolineato il figlio presente Lucio Pierri ricordando le bollette salatissime che arrivavano a casa (fino a 1500000 di vecchie £), inspiegabili per i figli che ancora non sapevano di questo rapporto a distanza. E certo non fu facile vivere insieme con esigenze diverse dovute alla grande differenza di età. La sposa era esuberante e stravagante come testimonia il dott. Romano, amico di Michele, rimase perplesso nel vere una donna disordinata e distratta ma incredibilmente interessante nei discorsi e negli scritti che ebbe il piacere di leggere. Una donna, una donna a cui non interessava mostrare la propria intelligenza ma che voleva vivere e godere della sua vita.

Il preside Carrieri, che si può considerare il dodicesimo figlio di Pierri, simpaticamente ricorda le nozze dei due di cui non si hanno molte fotografie in sintonia con l’estrema riservatezza del poeta tarantino che non ha permesso a Carrieri di scrivere la sua biografia essendo contrario alla meraviglia distratta che poteva scaturire da un racconto che nulla aveva a che vedere con la poesia. Invece la vita della Merini è stata tanto raccontata e spesso mistificata, ma questo non riguarda il libro della Vèroli,dove ritroviamo l’energia o parte dell’energia vitale che si sprigionava dal fenomeno della Natura quale fu Alda Merini.

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