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La fantastica avventura dell’integrazione

La fantastica avventura dell’integrazione

La storia è un susseguirsi di civiltà, dominazioni e migrazioni Viaggi alla ricerca di un posto dove vivere, un luogo fisico, un benessere spirituale o, forse, un angolo fantastico nel qua­le rinvigorire le proprie speranze. Così sarà stato anche nel 1410 circa quando Andrea da Barberino scrisse le grandi imprese di Guerrino detto il Meschino, figlio di Milione, principe di Taranto.
Un romanzo cavalleresco in cui confluiscono tanti viaggi celebri dal Milione di Marco Polo alla Divina Commedia, ricordando l’Odissea e raccogliendo le suggestioni magiche delle Mille e una notte. Il tutto narrato con lo stile dei trovatori francesi, secondo la moda del tempo.
Il destino di Guerrino è segnato già a pochi mesi dalla sua venuta al mondo, quando viene se­parato dai genitori a Durazzo dopo l’assedio e la caduta della città in mano turca.
Milione è figlio del duca di Borgogna, appartiene ai reali di Francia, ma nessuno riconosce il neonato Guerrino, così questo viene venduto come schiavo dai pirati che infestano le co­ste adria­tiche.
Iniziano le disavventure del nostro eroe che cavalca attraverso Asia, Africa fino al nord Eu­ropa, passando dalla Mecca al Paradiso terre­stre e poi giù fino agli  inferi per poi ritornare a Durazzo, liberare i genitore ed i greci dai turchi ed, infine, approdare e stabilirsi a Taranto con la sua bella principessa Artemisia.
Le vicende fantastiche di Guerrin Meschino sembrano una parodia all’incontrario di quanto avvenne, pochi anni dopo, fra Taranto e l’Albania.
Nel 1450 i Turchi progettano la conquista dei Balcani e da qui la (presunta) conquista di Venezia, ma gli ottomani sono sconfitti dalla Lega dei principi albanesi guidati da Giorgio Castriota Scanderbeg. (principe di Kru­jia)
Nella guerra lunga un ventennio ai soldati albanesi si uniscono le truppe di Alfonso D’Ara­gona re di Napoli, con cui Scanderbeg ha firmato un patto di vassallaggio. Alla morte di Al­fonso sale  sul trono Ferdinando I il quale vedendosi in pericolo a causa delle mire del francese Giovanni D’Angiò chiede aiuto al valoroso condottiero d’oltre mare.
L’eroe albanese onora il patto firmato, appena sbarcato a Barletta affronta e sconfigge le truppe manda­te dal principe di Taranto Orsini.
Questa è la prima delle battaglie vittoriose che assicurano il regno agli aragonesi, affran­cano Scanderbeg e creano i presupposti per l’insediamento degli albanesi in Puglia
Infatti i soldati albanesi vengono reclutati dai feudatari sia per sedare le rivolte contadine che per ripopolare le campagne abbandonate.
Così rinascono, ad esempio, Faggiano, Carosino, Crispiano, Monteparano, Monteiasi, Montemesola, Cam­pomarino, San Giorgio Jonico, Roccaforzata, Fragagnano e San Mar­zano di San Giusep­pe.
Fra realtà e fantasia s’intrecciano le sorti di genti diverse, forse ora ci manca un nuovo rac­conto per aprirci alle nuove migrazioni.

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