EU Cookie Law

Il segno delle idee

Il mio spazio creativo

Il futuro invecchiato

Il futuro invecchiato

  Il fanciullo, generalmente, ha l’ansia di crescere, di dire la sua, sembra correre e voler diventare grande prima del “tempo” fisiologico. Al contrario, i vecchi non hanno smania di buttarsi fra le braccia della morte e non hanno nemmeno fiato e forza per correre. Bene, non so quando ma, la storia sembra essersi capovolta: vedo fanciulli obesi già stanchi che non hanno fretta di divenire precari barboni dalla faccia avvilita dalla rassegnazione, al contrario, vecchietti che si sentono immortali e accentrano su loro tutti i giochi disponibili e scherzano e ridono, spensierati ed incoscienti, sempre disponibili ad un nuovo ballo. Il futuro è invecchiato con loro o, forse, sono riusciti a fermare il tempo al loro eterno presente. Così invece di aiutarci a crescere passandoci le loro esperienze, ci negano un futuro riducendolo all’ombra gettata sull’orizzonte da un presente in cemento armato. Ricordo che stavo giocando con i miei amici, erano gli anni ’80, c’era la moda dei corsi di sopravvivenza, così giocavamo a fare Rambo e a bere per non sentire il dolore delle ferite e poi ci siamo nascosti e abbiamo iniziato a fumare per fare gli anti-conformisti e quando siamo usciti di nuovo sulla piazza… il tempo era già cambiato e siamo andati in crisi d’astinenza. Però la sbornia sta passando, lo segnalano i nostri giovani muscoli che tremano incalzati dal sangue che scalcia nelle vene, e abbiamo voglia di vivere, non sopravvivere…. Questo è l’ordine del nostro tempo.

6 Comments on "Il futuro invecchiato"

    Eh si cara Lucia,pensavo anch’ io in questi giorni a questo tema…mi ritrovo tra adolescenti che dopo un’ ora di cammino tra le sale di una mostra si sentono stanchi morti e anziani che vanno a ballare ed escono tutte le sere.qualcosa ha preso delle strane pieghe:e’ anche vero che la popolazione sta invecchiando a vista d’occhio e l’eta’ media e’ aumentata di molto, ma mi chiedo se i giovani sembrano “nati stanchi” e gli anziani invece “dei sempre giovani”, di chi sara’ il futuro?mi vien da pensare che sara’ dei secondi anziche’ dei primi.e se gli adulti andranno in pensione a 67 anni, quando mai entreranno di ruolo i giovani?che ne dici di brevettar dopo l’ elisir di giovinezza per gli anziani, l’elisir del futuro d’oro per i giovani?

    Il mio non è un’apologia della vecchiaia.C’è unn problema, probabilmente abbbiamo sbagliato qualcosa, ora è tempo di rimettere a posto e lasciare che il tempo proceda secondo “natura”!

    La verità è che i “vecchi” si sono guadagnati tutto ciò che hanno e sono abituati a lottare per cercare di modificare ciò che non va. I giovani di oggi hanno tutto, provano tutto troppo presto e poi…poi non gli resta che la noia. Gli diamo tutto, non fanno in tempo nemmeno a desiderare qualcosa che già ce l’hanno, non hanno ideali e nemmeno sanno cosa significa…a scuola sono sempre difesi da mamme infuriate che pur di passare un weekend in montagna o vedere i figli promossi, anche se ignoranti, arrivano ai colloqui con gli insegnanti urlando e battendosi per la difesa di figli inetti…..forse a volte dovremmo fermarci a guardare indietro e cercare di imitare ciò che di buono ci ha insegnato l’esperienza dei “vecchi”…ma non è quello che vogliono nei messaggi che ci mandano attraverso la televisione, che purtroppo sempre più spesso è l’unica “compagnia” di questi giovani insieme alle forme di comunicazione “virtuali” (vedi facebook, twitter…che hanno dei lati positivi, ma come tutto bisogna saperli gestire e non farsi gestire)…

    Ciao

    Raffaella

    Sì, ma io penso che la questione non si esaurisce con gli errori ed i vizi dei giovani. Vedo che spesso i “vecchi” non vogliono trasmettere le proprie esperienze ma imporle ed imporsi. Mi sembra comodo mantenere i fanciulli comodamente all’asilo e lasciarli trastullare per continuare a tenerli sotto la propria dipendenza perchè non crescendo non accumuleranno mai esperienza e continueranno a non capire nulla ed aver bisogno del latte materno. Da parte nostra sbagliamo per paura di sudare e faticare per costruirci uno spazio dove poter riorganizzare le idee e gli istinti. Dovremmo prima di tutto imparare dai vecchi a vivere e poi farlo a modo nostro… le colpe sono da tutti e due i versanti ma nessuno vuole riconoscere le proprie, almeno io la penso così. Grazie e saluti!!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*

CAPTCHA: Completa l\'operazione sottostante *