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Ti voglio bene assai, ma tu non pensi a me

Ti voglio bene assai, ma tu non pensi a me

 Oggi è una bella giornata di Sole e la mia città, Taranto, sembra ancora più splendida quando il Sole allunga i suoi raggi per sfiorarla segretamente, come un innamorato che non vuole sciupare la sua bella ma, ne è irrimediabilmente attratto. L’aria sembra intrisa di tutta questa passione sotterranea che, sotto forma di luce “gloriosa” si spande per le vie e rimbalza sui vetri delle finestre aperte e si tuffa in mare per raffreddare i bollenti spiriti.

Bene, tanta dolcezza non colpisce molti dei miei concittadini.

Oggi, come sempre, uscire di casa è un incubo, per me.

Un esempio? Questa mattina (lunedì 6/6) sono andata al borgo, dopo aver attraversato il parcheggio dell’Archita fino allo scivolo occupato … si avvicinano i parcheggiatori che, in mia presenza, telefo­nano al carro attrezzi per far spostare la macchina ma questi rispondono: “Siamo alla festa dei cara­binieri non possiamo venire”. Automaticamente penso “Ok, questa è la prima cosa storta della gior­nata, siamo all’inizio si può fare di più!” Infatti dopo poco entro in un bar, prendo un caffè e chiedo dov’è il bagno, risponde una cameriera “il bagno è a sinistra ma è occupato”. Dopo cinque minuti di fila dietro ad una desolata porta chiusa chiedo” Siamo sicuri che è occupato non vedo nessuna luce accesa dentro …” “Il bagno è a sinistra ed è occupato” continuo ad aspettare ma il vano sembra ab­bandonato anche dai fantasmi coraggiosi che si svegliano al mattino. “Signorina ma possibile che non esce nessuno?” Allora la cameriera spazientita esce dal bancone e apre la porta del bagno dicen­do ”è dura ad aprire”. Intanto penso: “bene siamo al numero due della giornata, ma non c’è due sen­za tre”.

Per tornare alla macchina cambio strada per evitare lo scivolo occupato di prima, arrivo ad un altro scivolo proprio mentre vi sta parcheggiando sopra un’altra persona con una macchina enorme. Il fat­to è che il marciapiede è quasi del tutto vuoto. Mentre mi soffermo a guardare quanti parcheggi li­beri ci sono il guidatore seccato fa marcia indietro e si ferma al centro della corsia bloccando lo scorrimento degli altri veicoli che si mettono a strombettare col clacson. Scendo, attraverso la strada e mi giro a vedere la macchina finalmente parcheggiata sullo scivolo mentre un passante mi spiega: “In questa via, il parcheggio è a pagamento, però sugli scivoli è gratuito”.

Oh Sole mio, anch’io amo questa città, ma…

Lucia Pulpo, pubbblicato sul TarantOggi di sabato 11/06/2011, pagina 7

5 Comments on "Ti voglio bene assai, ma tu non pensi a me"

    E’ inaudita l’inciviltà delle persone…ed infatti abbiamo l’Italia che ci meritiamo…anche se oggi siamo riusciti, dopo anni, a raggiungere il quorum ad un referendum!!!!!

    Forse il clima “tropicale” che ha caratterizzato le ultime settimane li ha confusi e sbagliando, sono andati a votare.

    Siamo dei poveri coglioni…ma ogni tanto ne facciamo una buona!!!!

    Non ti abbattere, sono dei poveracci e spero che un giorno loro od un loro famigliare abbia bisogno dello stesso scivolo che ti hanno occupato!!!!!

    Gentile Lucia
    È un annoso problema che non si riesce mai a risolvere, anzi, che non si riesce mai ad affrontare seriamente. Qui a Statte, qualche volta ho provato a “smuovere le acque” ma senza alcun risultato; dicono che le strade sono strette (ma il problema non l’hanno risolto, nemmeno dove hanno trasformata la strada da “doppiosenso” a “senso unico”); dove vi sono marciapiedi “larghi” sono stati capaci di piantare degli alberi proprio a centro (e a volte anche a zig zag) tanto che né una carrozzina né un passeggino per neonati possono transitare: sembra che “lo facciano apposta”!!! Vi sono strade (ad esempio via Giordano) dove non è possibile nemmeno per un pedone percorrerla in sicurezza. Che sia difficile la “soluzione globale” posso anche capire, ma almeno “progettare” ed “iniziare”!! E allora? Allora … MANCA LA SENSIBILITA’ verso questi problemi !! Se ho ben capito, a Taranto il problema principale è piuttosto di questi incoscienti e cafoni automobilisti, mentre sembra che “gli scivoli” ci siano. Infine, il tuo “sfogo” sul giornale: è veramente una “bella pagina” a tratti anche divertente e molto più efficace dei “piagnistei” pesanti da leggere; insomma, una lezione di “stile” (in tutti i sensi). Ciao. Leonardo.

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    Per rispondere

    “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”, ripeteva Kant, ed e’ proprio questo che manca, ormai in maniera dirompente tra di noi, manca una legge morale, un’etica del giusto vivere, e che ci faccia pensare non soltanto ai nostri bisogni e desideri, ma al rispetto della convivenza comune e civile!
    Nel marasma generale di queste formichine impazzite, sempre di corsa (ma vanno tutti a prendere un treno?), non si pensa piu’ e si fa la prima cosa ovvia, “parcheggio dove vi pare”, non importa se c’e’ uno scivolo o un pargheggio riservato, “e soprattutto parcheggio dove non si paga, anche se poi i miei soldi li sperpero in gratta e vinci”…ma e’ possibile che non riusciamo piu’ ad essere degli homo sapiens?possibile che il nostro tornaconto o interesse personale debbano sempre aver la meglio? e gli altri?questi sconosciuti!
    Bellissima la tua lettera e lo spirito ironico e solare che hai usato, su Lucia, le cose cambieranno presto!

    C’è un bar, conosciuto in tutta la città come: Il bar delle puttane in quanto le due donne che stanno li dentro Maria e sua madre in gioventù, come dicono a Milano: “N’anne fritte vurpe ind’a quedda fr’zzole f’tente”.
    Ebbene anni fa praticamente tutta piazza della Vittoria si era spostata in quel bar, gente che consumava parecchie birre a sera e non solo… più volte qualcuno, dopo la IV-V birra chiedeva di andare al cesso ma o “era rotto” o “c’è gente” insomma, sopratutto per noi maschietti (ossia i clienti migliori) il cesso ci era negato e molti zitti zitti senza protestare andavano a pisciare in strada.

    Io ste due le ho mandate “affanculo”, un altro, si era rotto i coglioni e pubblicamente si mise a pisciare nelle craste dove c’erano le piante, qualche altro ha protestato ma nulla di che…

    Boh… ciao

    Grazie a tutti per aver “risposto” alla mia lettera aperta. Noto con piacere che e vostre osservazioni sono “variegate” anche nei modi… L’espressione di Cosimo è da strada vissuta e consumata, ma sno contenta che ognuno di voi ha raccontato la sua esperienza con i problemi da me “denunciati”. Le reazioni sono sempre personali e così anche le espressioni usate per raccontarle, in fondo, la lettera era uscita su un quotidiano per informare i cittadini di quel che succede in città (come diceva Vasco Rossi)ed è bello aver raccolto altre esperienze che in un certo senso mi liberano dall’isolamento in cui mi relegano le barriere architettoniche e la stupidità di chi le alza.

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