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Lettera da un cacciatore delle Alpi

Lettera da un cacciatore delle Alpi

 

Dopo anni dalla morte del nonno, ho trovato il tempo e il coraggio d’aprire la scatola da scarpe che egli custodiva nel comodino, vicino al suo letto.

In tutti quesiti anni, ho avuto quasi timore di guardare dentro quello scrigno; sapevo che, dentro, avrei trovato parole e magari qualche fotografia … avrei ricordato quanto bene io abbia sempre voluto al nonno e quanto mi manchino le sue opinioni, i suoi gesti, la sicu­rezza e la fermezza dei suoi principi e delle sue esortazioni.

Il dolore, col tempo, si attenua d’intensità fino a trasformarsi in esperienza necessaria alla vita per rinvigorire la propria energia reagente all’offesa della morte.

Tra i fogli ingialliti e lisi dall’usura del tempo, vi era uno scritto con caratteri tondeggianti e visibili appena, come sbiaditi fantasmi che aleggiano a controra su pergamene proibite. Questo attirò la mia curiosità e, spero, anche la vostra. C’era scritto:

1 Marzo

Caro Lorenzo,

fratello delle ore più felici e spensierate, non posso più tacere. È giunta l’ora di reclamare vendetta contro chi, con la forza, ruba e calpesta la nostra sovranità. Noi non siamo bestie da soma nate senza speranza e vili d’a­nimo. Quaggiù passano e spassano carri stranieri usurpando i nostri beni, i figli e l’avvenire. Ci depredano dei viveri, oltraggiano le nostre donne e portano via anche i sassi dei selciati delle nostre Chiese, sicuri di non do­ver pa­gare il conto.

Novelli Spartaco dobbiamo ricordare e dimostrare che abbiamo pensieri e sentimenti e ar­dore per non accet­tare compromessi che gettino ombre sulla nostra felicità.

L’oscurità della notte avvolge tutto il creato fin quando il Sole non si leva, segue un guer­reggiar freddo e silen­zioso, pian pianino la luce del giorno s’infiltra e si distende fra le linee nemiche fino al trionfo, ineluttabile, del bene sul male.

Or dunque,amico mio illustrissimo, non biasimarmi se lascerò Teresa e il nostro figliolo, devo partire coi cac­ciatori delle Alpi e raggiungere il generale Garibaldi. Non potrei più guardare mio figlio negli occhi senza ver­gognarmi per aver mancato di rispetto al nostro popolo e non aver pugnato per riconquistare, per noi e per la nostra patria, la libertà.

La mia passione è condivisa da Teresa, ella mi ha cucito la camicia rossa e mia madre ha messo nel sacco la bandiera tricolore . Le ho promesso di portarla fino a Roma, dove sono seppelliti i nostri avi, la guarderò sven­tolare al soffio del polentino mentre il tramonto acca­rezzerà le ferite dei nostri fratelli per ripagare, in parte, il sangue che sarà stato versato sulla strada. Il nostro sacrificio sarà un tributo d’amore ai nostri ideali. Come scriveva il sommo poeta e padre Dante:

fatti non foste a viver come bruti”

e proprio la sua progenie tradisce il suo insegnamento.

Nacqui veneziano ma, morirò italiano col Sole sul viso e la felicità nel cuore.. Addio, ci rive­dremo su campi fio­riti cantando una serenata alla Luna come quando, da giovinetti, le chiedevamo appuntamento ed ella pallida si copriva di nuvole e stelle per non mostrarsi lu­singata e non incoraggiare il nostro sguardo a seguirla fin die­tro l’alba.

Siamo cresciuti ormai, non ci bastano più promesse e speranze, il dì è giunto, W l’Italia unita ed indipendente, W la libertà.

L. P.

2 Comments on "Lettera da un cacciatore delle Alpi"

    Grazie Lucia,p enso proprio che la leggero’ ai miei allievi!ma le iniziali appuntate corrispondono alle tue?e’ un caso o una causa?che lettera incantevole e colma di amore per la patria!e quando odio ed ogoismo invece in giro oggi giorno!ma gli entusiasmi e i coraggi torneranno, me lo sento!

    Trooppooo buona!
    La lettera l’ho scritta(L.P. sono io) quando stavo preparando la serata in biblioteca(“L’Italia chiamò”. Infatti ci sono delle citazioni dalle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” e dalle”Confessioni di un italiano” altre prese dai canti risorgimentelii quali “I cacciatori delle Alpi” “Addio, mia bella addio” e”Camicia rossa”, l’idea stessa di una lettera ritrovata come tanti romanzi scritti allora e post-datati per eludere la censura. Ho fatto riferimento a Spartaco che fu un eroe riscoperto nel Risorgimento ed ho citato Dante come uso negli scritti del tempo. Grazie di condividere lo “spirto guerrier ch’entro mi rugge”!

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