Riflessioni nel tempo
Durante l’Università mi soffermavo spesso sull’enorme differenza che c’è fra i libri e le riviste “accademiche” e quelle di diffusione “popolare”.
Pensavo che sarebbe stato giusto integrare le une con le altre e non ammettevo la netta separazione vigente.
Ma quando parlo di filosofia ai non “addetti ai lavori” difficilmente colgo in loro interesse ed attenzione e questo succede anche per argomenti “abbordabili” raccontati magari semplicemente con richiami a film o storielle brevi.
Così quando ho potuto scrivere su giornali di diffusione popolare ho cercato prima di tutto un motivo per il quale il lettore potesse seguirmi anche se non particolarmente interessato alla filosofia.
Il rischio è banalizzare il discorso e renderlo troppo superficiale. Difficile rapportarsi con una classe di cui non si conosce il volto, l’età e gl’interessi.
Avrei gradito qualche lettore si facesse avanti scrivendomi un suo commento, un’osservazione… qualcosa per capire cosa ne pensasse dei miei pezzi; speriamo la prossima volta!