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Il mio spazio creativo

La casa di Eleonora

La casa di Eleonora

La casa di Eleonora ha finestre su tutti e due i lati paralleli, l’edificio è perfettamente quadrato.
Questa disposizione delle aperture permette alla luce entrante, di creare giochi con riflessi, brillii e ombre che si sovrappongono oppure si rincorrono, infine si allontanano fino a scomparire.
Le fessure di luce più intensa, talvolta, disturbano gli occhi sopratutto se intorno l’ombra è fitta. Non sono quelle le linee che attraggono Lenor, la ragazzina passa le migliori ore del giorno ad imparare i percorsi ed i disegni dei raggi che si avventurano nel suo appartamento; Fuori la luce si disperde e si amalgama col cielo e con la strada, invece nella sua scatola personale sono tanti i fenomeni di rifrazione che si offrono alla sua osservazione.
Chissà, da grande avrebbe potuto studiare ottica, oppure sarebbe diventata un’indagatrice del subconscio nella casa delle anime represse.
Ogni riflesso ha una ragion d’essere, bello è assistere all’incontro tra loro l’abbraccio che non è mai scambio, mai unione e fusione, ogni linea rimane sé stessa il prima coincide col dopo e con un po’ di pazienza si potrebbero individuare i confini anche mentre l’incrocio si realizza.
Oltre alle luci ci sono le ombre, più chiare o più scure a seconda della posizione dell’oggetto che proiettano a terra e l’ora del giorno, e le condizioni meteo….
“Perdere tempo così non è lecito.”
Si ripete questo dopo aver trascorso ore, assorta fra fili di luce e veli d’ombra.
Così inizia a leggere tutto quel che trova nella biblioteca di famiglia e fa tutto quello che le dicono di fare riuscendo a distogliersi persino a dimenticare la luminosità delle sue prime osservazioni.
Il problema era che non c’erano conseguenze, anche quando aveva provato a frapporsi fra le ombre o creato nuove interferenze con riflessi di vetri e specchi, la realtà di quei disegni rimaneva indifferente alla sua presenza o alla sua assenza. Inizialmente questo l’aveva attratta, il non avere responsabilità, l’assistere da spettatrice unica rendeva preziosa la sua esistenza. Ma il pensiero che sarebbe stato lo stesso con o senza di lei… decise di allontanare “il calice amaro”.
Per questo rinunci a guardarti dentro? Nella tua casa c’è vita anche senza di te?
Lenor, non chiudere le tapparelle, mantieni viva la curiosità tu puoi cambiare gli oggetti, la loro disposizione e la loro ombra ti obbedirà meccanicamente… quella sì che non è vita.

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