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Una passeggiata nel parco letterario

Una passeggiata nel parco letterario

  Il golfo di Taranto e le terre vicine sono, da sempre, un attracco apprezzato dai viaggiatori.

I fenici, i greci, magari perfino gli etruschi, gli esempi validi sono numerosi. Viandanti di tutti i paesi sono passati da Taranto, sopratutto nel­l’ottocento, quando il viaggio, di matrice culturale verso il sud Italia, era una moda molto diffusa, quasi un pellegrinaggio dovuto, come una professione di fede nei confronti della verità storica e dell’idea classica di bellezza e di arte. In particolare, mi sto riferendo a due scrittori inglesi di epoca vittoriana venuti a Taranto a distanza di pochi anni l’uno d’altra come testimoniato dai loro diari di viaggio: La terra di Manfredi scritto da Janet Ross, e Sulle rive dello Ionio ad opera di George Gissing. Insieme a loro mi incammino in un per­corso virtuale nei luoghi familiari fra la città e la provincia di Taranto dove, da qualche anno, si vorrebbe istituire un parco letterario.

-Gissing: “ L’itinerario del viaggio, che intrapresi, iniziò a Taranto perché i versi di Orazio mi risuonavano nella mente pensavo anche alle lodi di Virgilio che, secondo una tradizio­ne, avrebbe scritto le Egloghe in questi d’intorni. .. Deve esserci stato un cambiamento inimmaginabile su queste rive dello Ionio. Sembrava che il profumo di rosmarino venisse a me, da un mondo svanito.”

Ross: “Ah! L’odore di rosmarino è stato la caratteristica della mia permanenza presso la famiglia Lacaita a Leucaspite. Fin dal mio arrivo al chiar di luna mentre avanzavamo lungo la rettilinea strada candidi; una palma solitaria si ergeva alta contro il cielo e gli uccelli notturni emettevano curiosi suoni acuti e versi di accompa­gnamento con il profondo gracidio dei rospi negli acquitrini vicino al mare… alla fine, in lontananza, un lungo nastro di pini scuri orlava il golfo di Taranto.” Il parco letterario si basa su un sentiero immaginario che attraversa il tempo e le emozioni che un determinato luogo ha suscitato nel letterato a cui il parco è dedicato; una via tramite la quale è possibile entrare nella realtà di quel letterato, subire le stesse suggestioni che lo hanno emozionato e dalle quali sono nate le parole tanto ammirate dai suoi lettori. Taranto e la sua provincia hanno un passato importante sia dal punto di vista storico che culturale ed è per questo che, alcuni intellettuali locali avvertono il bisogno di avere ,anche qui, un parco letterario come bandierina da puntare a terra per segnalare il passaggio del re. Tempo fa, per la realizzazione del parco, qualcuno indicava la masseria Leucaspide tanto cara a Janet Ross che, di questo territorio, ha lasciato studi esaustivi sulla flora e sulla fauna ed anche sugli usi e costumi dei suoi abitanti umani; recentemente altri hanno individuato nel Galeso il luogo più indicato per la costituzione di siffatto parco, il dulce flu­men vanta una frequentazione più numerosa di poeti sia classici che contemporanei, ma, considerando la scarsa, quasi inesistente, frequentazione del parco archeologico di Satu­ro, sorge il dubbio sulla riuscita di un investimento di tal genere.

George: ”Taranto ha un interessantissimo museo. Mi recai a visitarlo. Ero solo e alla se­conda o terza visita ebbi il museo tutto per me, salvo la presenza di un custode che sem­brava considerare un visitatore una piacevole novità. Presumibilmente, tutti i tarantini che si interessano di archeologia lo hanno già visto, e i forestieri sono pochi. Anche se Taranto fa ogni sforzo per adeguarsi alla modernità e al progresso, c’è una forza ritardatrice che per ora non accenna a diminuire: la profonda superstizione popolare.” -Janet: “Non c’è da stupirsi se la gente della Magna Grecia crede nelle streghe e nella magia! Le fantastiche forme dei grandi ulivi e carrubi, nei tronchi deformi dei quali i briganti erano soliti nascon­dersi, le innumerevoli tombe, le cripte le caverne e i resti di antiche costruzioni sparsi un po dappertutto sono elementi adatti a impressionare una popolazione incolta.” A questo punto l’unica voce che vorrei sentire è quella dei miei concittadini che, magari per lettera, dichiarino la propria idea a favore del riscatto culturale del territorio tarantino per­ché questo è il significato del parco letterario, uno sforzo di promozione culturale.

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