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Storia a tre voci

Storia a tre voci

Al centro della scena, nel silenzio dei nostri pensieri, fra ricordo e fantasia; ora c’è una donna che accarezza due bambole: una di STOFFA con capelli di lana, l’altra in plastica liscia e profumata.

DONNA – Allora bimbe belle, vi ho preparato questo cuscino perché siate il regalo per il mio bambino… mio, se un figlio può essere dei genitori; il bimbo è nato ad Ottobre dello scorso an-no in Somalia. Nato, già nato anzi non è un bambino maschio ma una bambina Thijs.

BAMBOLA 1 –Thijs? Se gioca con noi può chiamarsi come vuole; che tristezza, temevo di do-ver rimanere sola nel silenzio di questa stanza.

BAMBOLA 2- Sola, ed io? Non parli con me, non giochi con me? Perché mi vuoi sostituire con un bambino pronto a tirarti un braccio e metterti a dormire quando è stanco di te e vuol cambia-re giocattolo per poi dimenticarti in un angolo polveroso?

DONNA – Questo inverno pensavo sarebbe stato diverso da tutti quelli passati e perfino da quelli futuri, con la mia bimba fra le mie braccia.

BAMBOLA 2 –Quante storie, arriverà, questo nuovo giocattolo arriverà; intanto farebbe meglio a giocare con noi e distrarsi dalla monotonia della sua voce!
BAMBOLA 1 – Smettila, non vedi che soffre davvero? E poi, come si fa a paragonare un bam-bino ad un giocattolo, un pupazzo magari; un animaletto da cortile da pulire, sfamare e ninnare quando vorresti andare a ballare… tu, tu sei brutta, con che materiale ti hanno costruita? Sei nociva alla salute, da non disperdere nell’ambiente… Pensa, invece, che bello: una bambina con grandi occhi scintillanti, curiosa di conoscere il mondo, un umano che aspetterà, da noi, delle risposte a viva voce, ci prenderà per mano per camminare più sicura, come se noi potes-simo sostenere i suoi passi. (Con voce calma, ferma e decisa rivela un segreto come se lo stesse prendendo da un cassetto invisibile: ) al mattino quando entrano i primi raggi del sole inondano la casa in un trionfo di bellezza, nel magico incanto del risveglio, mentre i sogni e gl’incubi svaniscono, allora mi capita di convincermi che tanta luce sia presagio di un giorno im-portante, ma poi, al tramonto, mi rendo conto che è stato, solo, un giorno passato qui, su una sedia. Una bambina sarà il motivo per non considerare i giorni uno spreco di tempo.

DONNA – Thijs non mi conosce ancora, a metà Primavera andremo a prenderla ma, dovremo rimanere lì almeno 30 giorni, per l’adattamento. Non riesco più ad aspettare, chissà come sta la bambina, la mia bambina… non mi hanno dato fotografie, altri genitori mi hanno detto che è alta e che non piange mai, si farà cullare da me? (Dicendo questo fa il gesto di ninnare la bambola più grande).

BAMBOLA 2 – Guardala, la bimba col corpo da vecchia, non sa che i bambini sono più pesanti dei pupazzi ed invecchiano più visibilmente?i capricci? Come reagirà lei ai capricci di una bim-betta impaurita che teme di essere abbandonata nuovamente?

BAMBOLA 1 – I bambini, spesso, hanno fretta di diventare grandi, d’invecchiare, come dici tu; quest’ansia è la stessa che spinge questa donna ad essere impaziente del futuro prossimo.
Magari ricorda una sala da pranzo col camino acceso, profumo di bucce d’arancia gettate tra le fiamme; la donna ha fretta di regalare quest’aroma di casa alla piccola, prima che il tempo can-celli o appanni i colori del suo cuore, perché crede di non poter resistere, sente le forze venir meno al pensiero che sua figlia è già nata ma non la conosce e se ne sta lì, in Africa, ignorando che c’è chi le vuole bene.

DONNA – Thijs ha 14 mesi ma non cammina, non la fanno camminare la tengono nella culla, qui avrebbe tutta la casa a disposizione per saltare, per correre e ridere e segnare il proprio passaggio. Ogni giorno che passa penso a quello che avrebbe potuto fare, a quello che manca là, ed ho quasi timore nel pensare di non essere all’altezza di crescere una bambina.

BAMBOLA 2 –Non sono d’accordo: non dovrebbe preoccuparsi del crescere bene della moc-ciosa quanto dei capricci, dei vizi, le porterà via tutti i soldi e pure il marito come quel regista americano Woody Allen.
BAMBOLA 1 – Ti rendi conto delle cattiverie che dici? Non so nemmeno da dove le prendi que-ste “considerazioni”.I bambini sono una speranza.

BAMBOLA 2 – Speranza di che?

BAMBOLA 1 – Speranza d’amare ed essere amato, qualunque sia l’aspetto fisico o mentale, per qualcuno siamo perfetti così come siamo, con le nostre imperfezioni involontarie e che a-miamo così com’è, anche se non lo capiamo del tutto. Ma sei figlia tu? Tu esci da una fabbrica, dove è un computer che ti assegna il colore degli occhi e la lunghezza dei capelli, il mio papà è un artigiano.

BAMBOLA 2 – In effetti, io sono più bella! E la bimba giocherà con me; tieniti il tuo artigiano, mentre io mi diverto. Fai tante chiacchiere… sei un giocattolo anche tu, roba da usare e buttare, poi potrai raccontare di essere finita in una teca anziché tra i rifiuti comuni, ma la sostanza è la stessa.

BAMBOLA 1– D’accordo morirò, tu no? La bambina vedrà te più bella di me, ma sentirà me più morbida… sei sicura che preferirà te? E questa donna è scoraggiata dal passare del tempo ma davvero credi non avrà il coraggio di vivere con la figlia? Sei ingenua, mia cara, i sentimenti danno una forza non catalogabile, la bambina è nata bisogna, solo, accoglierla e crescere con lei.

BAMBOLA2- Quanta voglia d’umanità che puzza di sudore, pazienza anche questo fa’ parte del gioco!

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